Nella splendida e per loro inedita cornice dello Sferisterio di Macerata (una struttura originaria del 1823 in stile neoclassico quindi richiamante i teatri romani) i Simple Minds, dopo aver ritrovato da due album a questa parte il favore della critica, ritrovano anche il loro pubblico, quello che negli anni ’80 li seguiva appassionatamente sulle note di Don’t You, Waterfront e Alive and Kicking e sulla scia di album stupendi come Once Upon a Time e The City of Lights.
Sono proprio quel pubblico di allora (volti e fisici denotano chiaramente un’età non proprio da teenagers) che ha voglia di seguirli di nuovo dopo che, nei primi anni 2000, i Simple Minds non riuscivano più a riempire le arene. Lo Sferisterio stasera è invece pieno, 2000 persone, e Jim Kerr e Charlie Burchill in forma come non mai musicalmente anche se portano anche loro addosso i segni dell’età che passa.
Si presentano con la stessa formazione che li ha accompagnati nel tour Acoustic del 2017, e che ha inciso con loro l’ultimo disco, Walk Between Worlds, che con Big Music del 2014 ha segnato la loro rinascita, ovvero Catherine AD alle tastiere, la grintosissima Cherisse Osei alla batteria ed il multistrumentista Gordy Goudei, con Sarah Brown al coro, e Ged Grimes al basso.
E’ proprio Walk Between Worlds il disco da promuovere, perciò si inizia subito con una nuova, The Signal and the Noise, seguita però subito dalle grandi hit del passato: Waterfront, e poi Let there Be Love. A questo punto, già immediatamente Jim Kerr e soci sparano una di quelle che nella serata saranno le loro preziose chicche: King is White and in the Crowd, canzone molto poco rappresentata nei live di quello che è uno dei dischi più saccheggiati, New Gold Dream, che anche stasera farà la sua parte, con Promised You A Miracle, suonata subito dopo, e Someone Somewhere in Summertime a seguire, preceduta da Mandela Day, e una splendida e sontuosa The American. Ed è esattamente già a questo punto del concerto che il pubblico, ricordandosi che i Simple Minds sono stati una delle più grandi band rock degli anni ’80, decide opportunamente invitato da Jim di lasciare i posti a sedere e concentrarsi in piedi sulle file davanti al palco, chiamati dall’incantatore di serpenti Jim Kerr, che gioca con loro e interagisce come raramente negli ultimi anni. Siamo a un momento topico del concerto, e perciò le Menti Semplici sparano i pezzi più famosi: Once Upon a Time e All the Things she Said, da Once Upon a Time, precedute entrambe da Summer e Walk Between Worlds, per rendere omaggio ancora all’omonimo nuovo album. Non si sente la differenza però: il calore del pubblico, la resa della band, le sonorità nella splendida cornice di suono dello Sferisterio sembrano riuscire nella magia di assimilare le nuove canzoni ottimamente rese live alle vecchie hit, e questo accade specialmente con la bellissima Summer, cantata in coro da tutta la band.
Segue una pausa lenta, con un’altra chicca assoluta: Dolphins, splendida ballata del disco Black and White, uno dei più sottovalutati dei lavori recenti, cantata per l’occasione dalla tastierista mentre Jim Kerr si prende una pausa nei camerini. Arriva poi Let the Day Begin, altra canzone-festa che rende giusto omaggio a Big Music, il disco del 2014 che ha rappresentato la rinascita, e che forse meritava più spazio stasera.
Poi è il momento topico con Don’t You, e New Gold Dream. Immancabili, e suonate come sempre alla perfezione.
Jim saluta tutti ma i 2000 di Macerata sanno perfettamente che non può andare via nessuno finché non si suona Alive and Kicking. E infatti nel bis, preceduta da See the Lights, arriva puntualmente, per chiudere in festa poi con Sanctify Yourself.
Alla fine, nel bilancio complessivo, Once Upon A Time, New Gold Dream e ovviamente l’ultimo disco saranno quelli più saccheggiati della serata, e come al solito mancano all’appello troppe splendide canzoni del passato: almeno Lovesong, Speed your Love to Me e Upon the Catwalk avrebbero dovuto completare la serie dei pezzi classici immancabili. Anche perché i Simple Minds suonano splendidamente, non c’è dubbio, ma troppo poco: 19 pezzi in sole due ore. Si poteva fare di più soprattutto considerando l’ottima forma di Charlie e Jim e il resto della band completamente rinnovata e piena di energia da vendere. Tuttavia la gioia di vedere i propri eroi musicali del passato finalmente risorgere e prendersi le giuste soddisfazioni a cinquanta e passa anni dopo tanti album finiti ingiustamente nel dimenticatoio (Good News from the Next World, Black and White, Graffiti Soul almeno meritavano un successo maggiore negli ultimi quindici anni) fa sì che il pubblico esca contento e soddisfatto. Magari è solo un sogno, ma per Jim e Charlie e per i 2000 di stasera sembra tutto come ai vecchi tempi!!!
https://www.facebook.com/simpleminds/
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autore: Francesco Postiglione
SCALETTA
The signal and the noise
Waterfront
Let there be love
King is white and in the crowd
Promised you a miracle
Mandela day
The american
Someone somewhere in summertime
Summer
Walk between worlds
Once upon a time
All the things she said
Dolphins
Let the day begin
Don’t you (forget about me)
New gold dream
BIS
see the lights
Alive and kicking
Sanctify yourself