“Bad Witch” è stato concepito da Trent Reznor come il terzo e ultimo capitolo della trilogia di EP iniziata con “Not the Actual Events” e “Add Violence”. Tuttavia, come ha ammesso lo stesso Reznor all’inizio delle registrazioni il gruppo non aveva un’idea precisa della direzione che avrebbero preso le composizioni cosa, invece, che è maturata strada facendo. La mancanza di programmazione si sente tutta visto che i sei brani risultano essere musicalmente indipendenti gli uni dagli altri. Tuttavia, c’è un aspetto che li accomuna ed è il fatto che si respira molto un’aria bowieana. Il fantasma del Duca bianco, infatti, aleggia in diversi episodi e in particolare nei d’n’b di “Ahead of ourselves” e nell’agnostica “God break down the door”, nella quale viene evocato il disco più elettronico di Bowie: “Earthling”.
Non è il solo disco di Bowie ad essere evocato. In più parti non si può fare a meno di ricordare “Blackstar”, seppure mai in maniera diretta, a parte forse “Over and out”, perché si ha la sensazione che stia dietro le quinte di tutti i sei brani, tra i quali “Shit miror” è il più in linea con il passato dei NIN. “Bad whitch” segna un momento interlocutorio di Reznor & soci, molto più degli altri due Ep, uno snodo importante che sicuramente ci riserverà sorprese eccitanti.
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autore: Vittorio Lannutti