Il settimo disco di Stephen Malkmus e dei suoi The Jicks è una ventata d’aria fresca proveniente da una finestra che è stata spalancata negli anni ‘90; fondatore e leader di una band seminale come i Pavement con i quali ha pubblicato cinque dischi tra il 1989 e il 1999, il chitarrista californiano si è rituffato l’anno successivo in questo nuovo progetto, proponendo un rock ben “suonato”, ricco di arrangiamenti incisivi ed eleganti. Il gruppo è completato dalla bassista Joanna Bolme, da Mike Clark alle tastiere e dal batterista Jake Morris, mentre alla produzione si è cimentato Chris Funk dei The Decemberists.
Sparkle Hard è un bel disco rock con ventature vintage che a tratti ricorda la musica diagonale di Lou Reed. Le undici tracce sono arricchite da arrangiamenti veramente ben scritti con parti strumentali davvero pregevoli; addirittura la conclusiva Difficulties/Let Them Eat Vowel è composta da due sezioni dissimili suddivise a metà da una parte strumentale: comincia in modo morbido e romantico, poi un vivacissimo intermezzo introduce un cantato diversissimo dall’inizio, solare e frizzante. Anche Kite ha una parte strumentale splendida; la sua lunga durata la avvicina al progressive (genere sfiorato dalla band anche nei precedenti lavori) ma rimane sempre nell’alveo del rock lo-fi. Il languido pianoforte di Cast Off e il tappeto di violini di Solid Silk raccontano meglio di ogni altra cosa l’approccio melodico del disco. Nel momento pseudo-country di Refute compare anche la voce dell’amica Kim Gordon, storica bassista dei Sonic Youth.
Ai nostalgici del rock “suonato”, a quelli che amano “ascoltare” gli arrangiamenti di ogni strumento, questo disco può davvero regalare belle emozioni.
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autore: Claudio Prandin