Il decimo disco della cantautrice del Colorado è il primo ad essere pubblicato dopo l’esperienza della maternità e forse per questo motivo racchiude tante sfumature: si odono brani più felici e solari come la spensierata Seven Falls e brani più malinconici come il triste brano d’apertura dedicato ad un’amica scomparsa prematuramente:
Now she’s married to the swell
She’s swaying in the shells
A whisper in the waves
Lo stile di Laura Veirs riconduce al folk americano più tradizionale con canzoni accompagnate dalla chitarra classica e semplici tamburi a sostenere il ritmo. In poche occasioni compare una timida chitarra elettrica come nella conclusiva Zozobra. Le tenui ballate Fire Watch (cantata insieme a Sufjan Stevens) e The Meadow (dolcissima esibizione solo pianoforte e voce) rappresentano invece i momenti più dolci e delicati.
Alla produzione troviamo come al solito Tucker Martin, il marito di Laura che accresce la sensazione di essere di fronte ad un lavoro intimo e personale. Tra l’altro Lightining Rod, nella quale compaiono anche voci di bambini, sembra proprio dedicata al marito, con parole che inneggiano alla tranquillità della vita familiare:
Protector and a messenger
You’ve done what you’re called to do
Ben Franklin could have been killed
In spirit, you are much like him
The Lookout può quindi essere interpretato come il racconto della recente esperienza di vita vissuta dall’autrice, un’esposizione dei diversi aspetti dell’essere madre, moglie e artista, evidenziando i lati positivi senza però celare quelli negativi.
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autore: Claudio Prandin