C’è ormai dal 2005-2006 una scena musicale solida che va dagli USA alla Gran Bretagna, che si riconosce in un sound assolutamente inequivocabile, e che oggi costituisce l’ultima autentica anima dell’indie rock più musicalmente orecchiabile, e che va dai Cribs ai Virgins, agli Antlers, ai Kooks.
Di questa scena, i Fratellis sono senza dubbio la band più precocemente votata al successo, quella che con Chelsea Dagger (avete presente il tormentone “ta ra ra, ta ra ra” che ascoltate in tutte le discoteche rock?) ha dato una vera e propria icona sonora al genere.
Con il loro album di debutto Costello Music del 2006 hanno venduto più di un milione di copie nella sola Gran Bretagna e conquistato il pubblico britannico e mondiale. In meno di due anni il trio composto da John Lawler (Jon Fratelli, chitarra e voce), Barry Wallace (Barry Fratelli, basso) e Gordon McRory (Mince Fratelli, batteria) colleziona ulteriori successi: ai Brit Awards del 2007 sono stati premiati come Miglior Band Britannica Emergente. Nel 2008 arriva il secondo lavoro Here We Stand e nel 2013 il terzo disco We Need Medicine fino al quarto album del 2015 Eyes Wide Tongue Tied.
Ora, dopo 4 album e molti spettacoli e riconoscimenti in tutto il mondo (Chelsea Dagger si balla ancora ovunque), le ormai leggende indie rock scozzesi tornano con un nuovo album, In Your Own Sweet Time, che, come il loro debutto, è prodotto da Tony Hoffer (Beck, The Kooks, M83, Belle & Sebastian).
In Your Own Sweet Time richiama il sound dei Fratellis che appare ormai codificato in tutti e 5 i dischi: indie rock ballabile, allegro, scanzonato, testi ironici, rara profondità musicale, pezzi da non oltre quattro minuti, grande energia, ritmi mai forsennati ma dinamici, rarissimi i toni cupi. Questa è la formula che ha fatto scuola, e che i Fratellis non hanno mai abbandonato, e non abbandonano nemmeno qui, come testimonia il loro esplosivo singolo di lancio The Next Time we Wed (che ripesca molti passaggi da Kiss di Prince), ma anche la squisita track iniziale Stand Up Tragedy, o la aggressiva Advaita Shuffle, mentre con I Guess..I Suppose.. cercano un ritmo di batteria e una musicalità che possa diventare la nuova Chelsea Dagger attuale.
C’è però una novità sonora in questo disco, ed è anticipata da Starcrossed Losers e Told You So, e dalla rockabilly SugarTown, per rivelarsi poi totalmente con I’ve Been Blind, e Laughing Gas: i Fratellis provano a trovare il romanticismo e la melodia dolce. Questi ultimi due pezzi sono i veri capolavori del disco, lì dove Jon cerca sfumature nuove e più profonde e coinvolgenti alla sua voce, e dove l’intera armonia musicale si fa seria, non più scanzonata e ironica, e i Fratellis si scoprono ottimi autori di canzoni melodiche. A tal proposito, dice Jon: “Questo disco è molto più spontaneo di quanto abbiamo fatto fino a qui. Solitamente avevo libri interi di parole e frasi e idee, e aspettavo la giusta casa per loro. Ma stavolta non è successo, mi sono seduto e ho scritto”.
E forse questa spontaneità ha appunto prodotto questi pezzi un po’ fuori dall’ordinario, che culminano nel pezzo di chiusura, I am That, di toni addirittura epici e dalla inedita lunghezza di sette minuti, che sono una lietissima sorpresa e arricchiscono di nuovi colori un disco già di per sé ben confezionato, che rappresenta per il trio scozzese l’ennesima conferma della loro formula vincente.
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autore: Francesco Postiglione