Il folk singer canadese Joshua Hyslop ci ritenta con il nuovo album Echos, in onda dal 23 febbraio, per i tipi Nettwerk Records, dopo ben sei anni dall’album di debutto Where The Mountain Meets The Valley, che aveva accumulato nel 2012 65 milioni di streamings in tutto il mondo, e dopo aver tenuto 200 concerti tra Nord America e Europa, con gran supporto anche della critica.
Il nuovo singolo che lancia Echos, Fall, ha già accumulato 220mila visualizzazioni on line grazie ai canali dedicati come Folk & Friends, Your Coffee Break, Fresh Folk, Acoustic Chill (oltre che Spotify ovviamente), che denotano chiaramente qual’è la marca fondamentale dello stile di Hyslop.
L’album non cede un passo al folk classico polistrumentale: tutti i dieci pezzi sono una costante esecuzione di stile, perfetta e calda, come solo il folk sa essere.
“Echos è un album sull’empatia”, dice Joshua. “Ho scritto la maggior parte delle canzoni sulla reale esperienza che le persone intorno a me hanno avuto negli anni passati. In piccola parte riflette la mia vita personale, ma soprattutto le canzoni derivano dall’aver ascoltato le storie di altri e dall’aver cercato di catturare e articolare le loro emozioni in questi racconti. La mia speranza è che risuoni di affetto empatico, che incoraggi e ricordi alle persone di trattarsi l’un l’altro con gentilezza. Penso sia importante in questi giorni ricordare che ognuno ha una storia e cercare quindi di vedere le cose dalla prospettiva anche altrui”.
Sagge parole, forse un po’ ingenue ma sincere: esattamente quello che si potrebbe dire del disco, saggio, sincero, ma forse un po’ ingenuo, nel senso di essere troppo monocorde.
C’è però magia, poesia, anche grazie alla voce sussurrata di Joshua, che accompagna la sua chitarra splendidamente in pezzi come Fall, o Long Way Down, o Home, che alla fine risultano le migliori perché permettono un dialogo intimo fra voce e chitarra che ha l’effetto dell’inverno canadese.
Non così per esempio Stand Your Ground, o What’s to Come, dove la batteria e il piano “sporcano” questa intimità invernale, mentre Lighter than a Stone o How You’ve Been cercano brillantemente di dare un tono country a questo folk sussurrato tipico dell’autore.
Complessivamente ascoltato, è un album che lascia tante suggestioni, soprattutto ricordi di tanto folk classico d’oltre oceano. E probabilmente questo è l’obiettivo primario di Hyslop, maestro senza dubbio sulla sua chitarra acustica nel generare, come dice il disco, echi di uno stile che fu.
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autore: Francesco Postiglione