Quando si pensa ai miti del Grunge vengono subito in mente i Nirvana di Kurt Cobain che più di tutti hanno contribuito a divulgare il Seattle Sound nel mondo, i Pearl Jam rimasti l’unico ensemble ancora capace di coinvolgere le masse e i Soundgarden del compianto Chris Cornell. Non tutti sanno però che queste band appartengono alla seconda generazione del Grunge e che sono cresciute grazie a precursori che hanno “inventato” il genere, lo hanno consolidato nella città della pioggia e hanno permesso a tante band di crescere e maturare su binari ben tracciati. Gli artefici principali di questa prima ondata sono sicuramente i Melvins ma anche i Malfunkshun e i Mudhoney.
Questi ultimi si sono formati nel 1988, quindi quest’anno festeggeranno i trent’anni di carriera; forse per questo motivo la Sub Pop (la mitica etichetta che ha globalizzato il Grunge) ha finalmente deciso di pubblicare il loro primo live ufficiale intitolato LiE: Live in Europe. Il disco contiene undici tracce folgoranti e abrasive registrate durante gli show in Germania, Croazia, Austria e Nord Europa.
Come da copione, il suono sporco e distorto delle chitarre avvolge come un mantello la voce acidula di Mark Arm. L’album si apre con la breve e strumentale Fuzzgun ’91 e prosegue con una parte centrale al fulmicotone per chiudersi con la lunga e sinfonica Broken Hands. Le canzoni coprono più o meno tutto il loro repertorio; quasi ogni disco infatti è rappresentato da almeno un brano fatta eccezione per Vanishing Point, l’ultima pubblicazione risalente al 2013 da cui sono stati estratti tre bani; ad impreziosire la tracklist compare Editions of You, una cover dei Roxy Music.
LiE non si può considerare un vero e proprio best of ma uno spettacolo corroborante per i vecchi fan e un ottimo inizio per chi si vuole avvicinare alla musica affascinante e caleidoscopica di questa band che soprattutto in Europa non ha raggiunto la fama che meriterebbe.
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autore: Claudio Prandin