Le reunion non fanno più notizia nel mondo del rock, vuoi a livello mainstream che a livello indie. Fatto sta che ora con “Interiors” ci troviamo a trattare l’argomento Quicksand, band che pubblicò due Lp tra il 1993 e il 1995 (“Split” e “Manic compression”), dopo un EP. Dal 1995 c’è stato un goffo tentativo di reunion nel 2012, ma alla fine non così goffo, perché da quell’incontro, seppure l’intesa non ripartì per durare, scaturirono i brani che sono presenti nel loro terzo disco.
Il quartetto, dopo lo scioglimento, si è dileguato e ogni componente ha preso una sua strada: chi nei Deftones (il bassista Sergio Vega), chi com Rival Schools (il cantante/chitarrista Walter Schreifels). Queste esperienze in qualche modo sono state capitalizzate e seppur indirettamente sono entrate nel sound del gruppo ‘rinato’.
Il disco si muove lungo le coordinate di un post punk che non disdegna post rock e noise-pop. Per certi versi l’ascolto di “Interiors” mi ha suscitato la stessa sensazione che mi provocò “ONoff ON” dei Mission Of Burma che pubblicarono nel 2004, ventidue anni dopo il loro esordio “Vs.”; nel senso che in “Interiors” sono presenti tanti elementi che i Quicksand lanciarono in modo seminale oltre vent’anni fa ed ora sono tornati a prenderne i frutti.
Se in questo disco non traspare nulla dell’hardcore degli inizi c’è, tuttavia, un ragionamento ed un approccio al rock indipendente nel quale hanno deciso di riportare tutto a casa.
Il brano d’apertura “Illuminant” ha un tiro non teso ma relativamente rilassato e convivono post-core e post rock, mentre nella successiva “Under the screw” fanno esploderela loro vena melodica che evoca quella dei Girls vs Boys. Il noise mleodico caratterizza gran parte del disco per cui è come se l’hardcore iniziale avesse trovato nel sound del gruppo una sua evoluzione appunto … melodica.
I brani che seguono un percorso diverso sono la title-track – con un post punk piuttosto tirato e circolare – il quasi stoner della spezzettata “Fire this time”, e l’omaggio ai Fugazi, nella ansiogena e rocambolesca “Sick mind”. Il quartetto è ripartito con il tour e, dopo l’unica tappa italiana a Milano qualche settimana fa, speriamo che facciano nuove tappe anche in Italia in primavera-estate.
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autore: Vittorio Lannutti