L’ultimo disco dei belgi Thot parte dall’assunto: “Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini”, frase del grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht. I Thot dopo una decade nella quale hanno prodotto dischi, Ep, tour con questo disco, invece, hanno l’obiettivo di ridare nuova linfa al post rock e all’industrial rock. Il target è quasi centrato, perché i nove brani in scaletta si muovono lungo argini di un rock che esonda senza problemi sotto a generi limitrofi e lontani. Uno dei brani più emblematici di questo processo è “Vltava”, una lunga suite pop nella quale si incontrano frammenti dei primi e isterici At The Drive-In e degli Aracade Five più rock (i migliori). Nel brano “Icauna” il loro industrial si avvicina al post core dei Neurosis mentre con “Samara” hanno un incedere schematico e circolare per poi indirizzarsi verso l’indie-rock-noise; mentre con “Rhein” si esprimono con un complesso alt-pop che raggiunge i picchi epici degli Swans. Il cantato è spesso lirico, caldo e affascinante con cambi di registro stilistico specie nella complessa “Boshore”.
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autore: Vittorio Lannutti