Spesso il lavoro del produttore è messo da parte. Troppo spesso. Forse può sfuggire durante l’ascolto di generi più acustici, ma dinanzi all’elettronica è la produzione a decidere i delicati equilibri sonori che determineranno le sorti di un disco. In questo mini-album, due maestri della produzione si incontrano davanti ad una schiera di sintetizzatori per creare un delizioso gourmet di ambientazioni gotiche. La neonata Souterraine accompagna una collaborazione tra menti eccellenti dei dietro le quinte dell’elettronica italiana: l’ex-LSWHR e guru della produzione techno Luciano Lamanna e il tribute man per eccellenza verso il dark prog italiano Adamennon. L’output di questi due artisti delle macchine ha un sapore tutt’altro che banale, pur ripartendo da sonorità dark ambient scoperte da oltre vent’anni. Il comparto sintetico di droni e tastiere evanescenti che incontrano battiti profondi e incessanti si dimostra eclettico al punto da unire elementi tipici dell’ambient più nera (Burzum post-“Filosofem” e Ulver post-“Perdition City”) con pennellate di ambient-techno più distesa (Global Communication e Aphex Twin), senza mai ricadere nella dark techno vera e propria.
L’apertura del sipario è affidata al suono deforme di “Orfeo ed Euripide” che dal drone acquisisce melodia per introdurre “Arriva il buio”, nella quale un tappeto di cori sintetici kraut accompagna verso un giro di tastiere à-la Goblin. Le linee di basso non sono mai invadenti e non ostruiscono tutti i silenzi, anzi aggiungono un dinamismo incalzante ad una altrimenti opprimente atmosfera. La mano di Lamanna si intuisce nella deriva dei suoni elettronici, più in direzione dancefloor che verso una tenebra senza speranza. Le successive tre tracce che compongono l’Ep sono un assaggio di declinazioni ogni volta diverse di questa collaborazione: “Iris” pervade l’ambiente di un’atmosfera vintage horror con un loop di pianoforte sotto il quale bassi, synth e beats variano strisciando; “Ottobre” ricalca il precedente brano, ma spostando il ritmo verso uno stile autechreriano evidenziato da un uso assolutamente attuale degli step; “Nuvola Nera” è l’unico pezzo ad un passo dalla techno (quella di Zomby o Ancient Methods), smussato dall’incrocio con il dark touch di Adamennon, che solleva la suspense a discapito della claustrofobia sonora, regalando un contrasto acuto-toni ovattati eccezionalmente trainante. Chiude l’ambient drone di “Fuori Piove”, dove i due producer ricreano il crepitio della pioggia, che funge da unica variazione sonora per i primi due minuti, lasciando che sia una coda melanconica di pianoforte ad indicare l’uscita dalla selva oscura.
Se dovesse essere l’inizio di un viaggio nell’ambient-techno, la curiosità per un prosieguo non mancherebbe di certo. Nel frattempo il duo di negromanti elettrici – accompagnati da un’estetica quasi black metal dell’artwork – svela un’ottima alchimia per la creazione di soundtrack intrise di tenebra.
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autore: Gabriele Senatore