Un loro pezzo del 2008 s’intitola “Bad days” ed i brutti giorni nei quali The Charlatans hanno pubblicato il loro 13esimo album erano quelli dopo l’attentato alla Manchester Arena.
La presentazione del disco nella loro Manchester ci è stata comunque, anche se con uno spirito diverso, ed insieme a tante iniziative correlate ha sancito il rapporto e il legame che la band ha con la città.
I loro fan, via Twitter, sono aggiornati della fervente attività del cantante Tim Burgess che si muove anche come scrittore, produttore, cantante solista e udite udite produttore di una marca di thè. Il neo 50enne Burgess sembra giovare dell’abbandono ormai decennale ad alcool e droghe e ciò gli restituisce una bella voce melodiosa che non sfigura anche tra falsetti e toni bassi.
Le chitarre di Mark Collins, le linee di basso di Martin Blunt, l’hammond ed i backing vocals di Tony Rodgers e la batteria dell’ex Verve Pete Salinsbury, che ha sostituito Jon Brookes morto di tumore nel 2013, spaziano con padronanza tra più generi ed ormai non sono etichettatili solo nel Ma(d)chester sound e/o britpop.
“Different days”, autoprodotto dalla band, è ricco di collaborazioni anche eccellenti. C’e’ la chitarra dell’ ex Smiths Johnny Marr nella traccia “Plastic Machinery”: 3 minuti e 40 di pura gioia pop con un testo che parla del personalizzarsi ed invita gli uomini a non diventare come delle macchine.
C’e’ il New Order Stephen Morriss alla batteria e ai programming e ciò sancisce un amicizia tra lui e Burgess e la passione per quest’ ultimo per l’elettronica (vedi collaborazione passate con Chemical Brothers).
C’e’ la voce narrante dello scrittore Ian Atkin in “Future tense “ e la collaborazione con Anton Newcombe dei Brian Jonestown Massacre in “Not forgotten”, forse tra i migliori pezzi e nel quale i Charlatans ci riportano indietro a quel groove che li fece esplodere in UK negli anni ’90.
Different Days è un lavoro nel quale traspare ottimismo, solarità e un sound alquanto “sixties”. Verrebbe anche da definirlo un album “soul” non solo per le influenze musicali ma anche perché prodotto, concepito e suonato con “anima”.
Nel primo brano “Hey sunrise” si nota una continuità con l’album predente “Modern Nature” che aveva già segnato un cambiamento di sound della band dopo cinque anni trascorsi senza produrre albums.
La 13esima canzone del 13esimo album è scritta, suonata e cantata con l’amico Paul Weller e qui il recensore fatica ad essere obiettivo: riporta cosa ha twittato a Tim Burgess nello specifico: “PURE CLASS”!!
I “Charlies” confermano di avere la pelle dura e forse meriterebbero più successo e fama dopo quasi 30 anni di onorata carriera.
Ci risulta che Tim & co. vorrebbero tornare a suonare live in Italia e quelli saranno sicuramente “Different days”. Vi aspettiamo!
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autore: Giuseppe Farella