L’inarrestabile Peter Broderick, talento giovanissimo di Portland, classe 1987, dopo diversi esperimenti e progetti, fra cui si contano due album di solo piano e un concept album orchestrale, torna al suono minimalista e intimista della voce ma stavolta si fa accompagnare non dal suo solito fedele piano ma dal violino, altro strumento in cui si esercita il suo enorme talento, oltre che dal basso acustico di David Allred: il disco è infatti nato dalla collaborazione tra Broderick ed Allred uscito il 7 aprile per Erased Tapes Records. Registrato nello studio di Broderick ad Oregon (The Sparkle), l’album vuole essere il più minimal possibile: voce, violino ed un paio di linee di basso sono l’unica struttura sulla quale si basa questa collaborazione che è in realtà un’amicizia di lunga data tra i due musicisti (“è sempre un piacere lavorare con Peter. Ho davvero una forte connessione con lui in musica e in amicizia, e sento che questa collaborazione viene da un posto davvero bello” dice David).
Del resto, alla Erased Tapes, la squadra di musicisti di talento schierata ormai da alcuni anni è anche una squadra di amici: non a caso nel video di The Ways, il primo singolo, tutto costruito intorno a un singolare canto a cappella, girato da Robert Raths (fondatore della Erased Tapes Records), vede la partecipazione di Rick Rubin, Olafur Arnalds, Nils Frahm, Cillian Murphy, ovvero tutti i talenti più importanti di questi anni della geniale e coraggiosa etichetta discografica.
L’obiettivo di questo disco, inciso dal vivo in una stanza con i due strumenti, le due voci e niente altro, era raggiungere una solitudine compositiva che si concentrasse su creare qualcosa di primitivo e onesto, e in questo senso l’esempio più consono è The Wise One, pezzo originalissimo, ruvido, di pancia, e veramente emozionante. Molto più classici, forse troppo, Living on a Wire, Ode to Angelica (vagamente da ballata medievale) e Two Otters, mentre Hey Stranger ritorna al violino di brughiera, misterioso e malinconico, così tanto suggestivo nelle mani di Broderick. Quasi terapeutici, nella loro ieraticità, Hesitation e I’m Not Crazy, veramente spettacolari.
Complessivamente, il disco merita sicuramente un secondo ascolto perché al primo non si apprezzano tutte le sfumature di questa operazione così fortemente contro-tendenza: in un mondo, anche musicale, dove si cerca a tutti costi esperimento, elettronica, effetti, e rumore, i due decidono di svoltare per la semplicità assoluta (per la verità Broderick ha sempre scelto questa strada così minimale, anche nei dischi in cui suona solo piano e voce), e per una scelta di strumenti che volutamente riportano a un passato lontano, quasi sfumato, addirittura antico e leggendario in alcuni tratti, merito del violino così suggestivo e ipnotico.
Un’operazione assolutamente riuscita, sicuramente difficile all’ascolto veloce e poco concentrato, ma che può dare tanto nella solitudine di un ascolto notturno. Le suggestioni arriveranno da ogni dove e da ogni tempo.
autore: Francesco Postiglione