A due anni di distanza da Echoes On, ultimo disco dei Sepiatone, ovvero la premiata ditta assieme ad Hugo Race, Marta Collica pubblica un lavoro solista dal titolo in italiano che ne mostra la natura artistica chiaroscurale – notturna e luminosa assieme – ed una dimensione autorale ed interpretativa che fa di lei un punto di riferimento in Europa per un certo stile cantautorale alternative che mai come in quest’album mostra anche accessibilità.
C’è tanto blues nella musica della musicista siciliana, in una forma personale, moderna; c’è sempre stato ma oggi che qualche asprezza noise del passato è stata sostituita da una psichedelia liquida ed elegante lo si percepisce di più, mentre i 12 brani di Inverno mostrano immediatezza, pur nell’andamento talvolta complesso, con brani apparentemente anche spogli ma invece, ad ascoltarli attentamente, finemente cesellati. È un lavoro per sottrazione alla ricerca di un equilibrio. Ne è un esempio ‘Clandestine‘, un incedere avvolgente e minimale di suoni ed echi elettrici impalpabili, percussioni, violino, o ‘Will we Know More’, sognante, dilatata, ricca di arrangiamento o ‘Dov’e’ che Finisce‘ e ‘Vero come Te‘, che invece sono poetiche ballad.
L’elemento femminile è decisivo, poi, nella musica di Marta Collica, proponendo un punto di vista, una tematica, un percorso personale interiore, sensualità e quel tocco d’indolenza tanto straniante quando abbinato al rock’n’roll – ‘La Fine dei Segreti‘ – come un cavallo imbizzarrito con le briglie costantemente trattenute.
Assieme a ‘Clandestine’ e ‘La fine dei Segreti’, è ‘Inverno’ il brano che ci ha maggiormente suggestionato del disco. Ancora una volta la canzone sembra fatta di niente: voce e chitarra elettrica, un incedere lento e fatato, misterioso, fuori dal tempo.
Altrove ci sono dei rock blues personali incisi apparentemente buona la prima: ‘In This Town‘ e ‘For Real‘ ne sono due esempi, che completano un disco di gran classe, per una musicista che ha ampiamente trovato le proprie modalità espressive, e procede con umiltà senza farsi condizionare da mode e mercato.
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autore: Fausto Turi