Trondheim è una ‘vibrant city’ che si trova nel pieno centro della Norvegia; è la terza città del paese scandinavo e al solstizio d’estate il sole sorge alle 3 di notte per tramontare passate le 23.00.
La città è soprattutto nota in ambito calcistico per essere sede della squadra Rosenborg BK, ma i più attenti invece nella sfera musicale sicuramente avranno notato anche il filone proveniente da quelle latitudini, certamente con punta di diamante rappresentata dai Motorpsycho, proprio perché “portavoce” internazionali di una certa esperienza cognitiva che si è stratificata in quei luoghi e in una serie di gruppi.
In verità negli ultimi tre lustri la Norvegia con una mirata azione congiunta tra organi istituzionali, musicisti e organizzatori ha prodotto ed esportato tantissima musica di qualità, forse la migliore che a un certo punto è emersa soprattutto in Europa, oggi lievemente meno sotto i riflettori ma comunque capace di esprimere una sua singolarità e in ogni direzione imboccata, un vero e proprio atto di affermazione di indirizzate politiche culturali.
Premessa adeguata per aprire a “So? Now?“, album uscito sul finire del 2015 che ha infatti delineato la fusione di una collaborazione già avviata da lungo tempo tra i BOL, ensemble di improvvisatori experimental jazz, noise e elettronica fondato a Trondheim nella metà degli anni novanta con formazione composta da Tone Åse (Voce) Ståle Storløkken (organo, piano, tastiere), Tor Haugerud alla batteria, insieme al chitarrista Hans Magnus “Snah” Ryan, noto per esser membro fondatore dei già citati Motorpsycho.
Una collaborazione logica tra musicisti che percorrono pressappoco gli stessi sentieri, condividendone quantomeno l’orientamento o determinate dialettiche, ma soprattutto è una naturale amalgama tra personalità e musicisti che riflettono le loro affinità in un suono d’insieme, ciascuno con il proprio bagaglio e personalità.
“So? Now” nello specifico, ruota tutto attorno alla figura del poeta norvegese Rolf Jacobsen, noto soprattutto per essere stato tra i primi ad aver introdotto a inizio novecento nei paesi scandinavi determinati temi sull’ecologia, l’equilibrio tra uomo e natura e più moderni concetti di eco-sostenibilità. Il poeta però è ritenuto tutt’oggi anche una figura molto controversa perché fortemente sospettato di collaborazionismo durante l’occupazione nazista della Norvegia partita nel 1940; fu membro inoltre dell’Unione Nazionale (Nasjonal Samling) e per questo, dopo la guerra, fu arrestato e costretto ai lavori forzati. Lo scrittore, tornato in libertà negli anni successivi al conflitto bellico, ha comunque avuto modo di riabilitare la propria rispettabilità.
La band nello scorso autunno ha portato il suo sound corposo dal vivo a Napoli.
L’inizio della performance è stata un vero è proprio mix tra gli Amon Duul II non dei primissimi tempi e i Jefferson Airplane, per poi smarcarsi nettamente e mostrarsi come una band con doti e carattere puramente sperimentali e con un buon senso del tempo e del ritmo, nonostante non sia difficilissimo fare paragoni con band soprattutto dei seventies.
Il live, comunque vive in un consistente territorio d’improvvisazione d’eredità jazzistica, tant’è che le esecuzioni appaiono infatti assestate e fisiche: qualità manifestate dalla potente chitarra di Snah che minaccia di risucchiare tutto quello che incontra sul proprio cammino, un mare in tempesta che si abbatte sulle rovine del progressive rock, pur senza dichiarare una vera e propria rivoluzione psichedelica o di fuorviante free rock, nonostante tutti gli aspetti destinati puramente alla libertà e alle abilità dei singoli che emergono in ogni cavalcata. In effetti quelli sul palco sono esecutori professionisti come ne da continuamente dimostrazione l’espertissimo tastierista Ståle Storløkken, uno spettacolo solo osservarlo mentre lascia deflagrare le sue tastiere e i suoi synth.
Ma è nel complesso tutta la band a evidenziare una notevole tecnica ed estro, con virtuosismi mai fini a se stessi e che invece rendono il suono intricato, travolgente, meditativo, senza mai uscire dai binari e senza mai impaludarsi come invece potrebbe facilmente accadere in casi del genere e anche quando ciò sembra succedere, vi è sempre a portata di mano una comoda via d’uscita o magari è la voce o la personalità di Tone Ase che riescono ad arginare le nordiche tempeste di Snah/Poseidone che imbraccia la sua chitarra anziché il tridente.
La band con estrema gentilezza ci ha concesso di registrare questo live e di aggiungerlo al nostro preziosissimo archivio e per questo un forte ringraziamento va anche all’organizzazione dell’evento, il Rockalvi Festival, con il quale abbiamo avuto la fortuna di incrociare le nostre strade da molti anni or sono.
Autore: Luigi Ferrara
Photo Credits: Luigi Maffettone
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