Luca Imprudente, meglio conosciuto come Luché, torna a esibirsi a Napoli giovedì 5 gennaio 2017 e per l’occasione lo abbiamo incontrato per scambiare quattro chiacchiere sul suo ultimo album ma soprattutto sull’imminente live che si prospetta come il più grande – e di successo – di tutta la scena hip hop. Dopodiché il tour continuerà e toccherà il 7 gennaio Brescia, il 20 Milano, il 21 Cagliari e il 28 Roma mentre il 3 febbraio sarà a Catania.
Luchè non si sottrae alle domande e precisa, con convinzione e puntualità, alcuni concetti fondamentali che a nostro vedere sono solo un aiuto per lo sviluppo di una scena rap local e nazionale che adesso è a un punto di svolta. Non bastano i successi nazional-popolari per ribadire alcuni concetti di vita di chi del Sud è vittima e carnefice.
Il nostro presenterà dal vivo “Malammore”, il suo terzo album in studio uscito lo scorso luglio, con numerosi ospiti mentre on stage per l’occasione lo ritroveremo con Guè Pequeno, Marracash, Da Blonde, Coco, Mad Brains e DRoss.
Vista l’enorme richiesta di biglietti, il concerto di Napoli inizialmente previsto alla Casa della Musica (sold out in poche settimane), è stato spostato al Palapartenope, in via Barbagallo, a Fuorigrotta (per info: Veragency, tel. 081 7284523 – concerti@veragency.com), struttura con una maggiore capienza.
“Malammore” è un lavoro ancorato alle radici dell’ex Co’Sang ma allo stesso tempo si contraddistingue per un sound e atmosfere di livello internazionale con rime esplicite, situazioni gangster e una produzione sonora dove ogni beat è curato nei minimi dettagli. Il disco vede la partecipazione di grandi nomi della scena rap italiana: Gué Pequeno, Da Blonde, Cocò e Baby K. Ad anticipare l’album è stato il singolo “O’ primmo ammore”, brano incluso nella colonna sonora delle serie tv Gomorra, il cui video ha raggiunto i quattro milioni di views.
Considerato come uno degli artisti più originali del rap contemporaneo e contraddistinto da una personalità unica nel suo genere, Luchè negli ultimi anni ha collaborato con i migliori protagonisti della scena rap nazionale come Achille Lauro ed Emis Killa. Cresciuto nel quartiere Marianella di Napoli, ai confini con Scampia, Piscinola, Chiaiano e Miano, ha iniziato il suo percorso musicale nel 1997 insieme al rapper ‘Nto con il quale fondò i Co’Sang.
Torni a Napoli in concerto dopo un lungo periodo. Il prossimo concerto è “tutto tuo”. Il 5 gennaio sarai protagonista in scena ma anche come MC di una serata ricca di ospiti. Ti senti al centro dell’attenzione?
Ci introduci gli ospiti e ci puoi svelare cosa faranno con e per te?
Si l’ultimo live è stato al Duel un anno fa e adesso torniamo dal vivo col il nuovo disco Malammore.
Beh io non ho un carattere che ama stare al centro dell’attenzione, mi mette agitazione ed ansia però non ho scelta visto che il concerto è il mio. Ci saranno degli ospiti importanti che sono in primis i miei amici, non mi va di svelare cosa faremo altrimenti si rovinerebbe la sorpresa.
Il tuo concerto a Napoli è già sold out. Ti aspettavi una risposta di pubblico così numerosa? Altri artisti “napoletani” e “nazionali” non hanno riempito la Casa della Musica al punto tale da dover spostare il concerto al Palapartenope…
Di sicuro è un enorme soddisfazione che riesco difficilmente a gestire, non so se gridare di gioia o aver paura per l’altissima aspettativa. Come hai detto tu è un record che nessuno nel mio ambiente era riuscito a fare a Napoli però, con un pizzico d’arroganza, mi sento di dire che dopo tanti anni difficili e tantissimi sacrifici la musica che faccio merita un riconoscimento del genere. E’ una cosa importante per la musica stessa, perchè il 5 vincerà la musica vera, non quella che esce solo dalla tv.
A luglio hai pubblicato il tuo terzo album da solista, dopo lo scioglimento dei Co’Sang. Ancora una volta per Roccia Music una label/crew milanese. Vivi a Londra e ti sei circondato di guests come Marracash, Emis Killa, Achille Lauro, Guè Pequeno, Baby K. Oltre alla tua storica collaborazione con l’eclettico producer napoletano DRoss, sembra che con la scena rap di Napoli non condividi più niente. E’ solo un periodo o è una scelta?
Malammore è uscito per Universal Italia, Roccia Music è una delle crew in cui milito soprattutto grazie alla fitta amicizia che ho con il fondatore Marracash. La scena di Napoli la tengo sempre sott’occhio ma al momento non c’è nessuno che mi colpisce davvero, tranne un paio di nomi che però hanno iniziato a lavorare con altre etichette; sai dopo un po’ – purtroppo – non si tratta più esclusivamente di amicizia o fare musica ma di business quindi alcune scelte sono condizionate da vari fattori. Io collaboro in primis con chi rispetto e poi con chi m’ispira, ma di certo non posso fare regali come non ne hanno mai fatti a me. Oltre a questo c’è da dire che gran parte della scena napoletana ha sempre avuto qualcosa da ridire su di me, ignorando il fatto che io l’abbia sempre cercata di elevare.
Con il primo singolo estratto da Malammore, O’ Primmo Ammore, hai raggiunto quasi Cinque milioni di views così il resto dei tuoi videoclip hanno cifre esorbitanti, per l’altro un trend che vale per molti tuoi colleghi. Pensi che la recente generazione di coloro che ascoltano hip hop e rap sia indissolubilmente legata ai nuovi media? E se è così pensi che ci siano anche aspetti negativi di questo sistema di distribuzione e promozione dell’arte della parola?
Indubbiamente il nostro genere si muove su internet. Le radio e le Tv non ci danno spazio e purtroppo la stampa non ha più il potere di una volta. Quest’ultima cosa è anche dovuta al fatto che non esiste più la critica , o almeno ne esiste poca, anche gli addetti ai lavori del mio genere hanno sempre un po’ paura di dire che una cosa fa cagare e questo a lungo andare gli ha tolto quel potere d’influire, informare e di attrarre persone al proprio media visto che ormai sono le persone stesse che esprimono i loro pareri liberamente sui social.
Come tutte le cose ci sono pro e contro, tutto sommato ne sono felice perché permette anche a chi non ha dei budget grossi di poter divulgare la propria arte. Poi adesso Spotify sta anche remunerando i click come copie vendute e questo cambierà il mercato totalmente perché essendo gratis o al massimo con un fee di 9 € al mese si possono ascoltare tutti i dischi del mondo ed è possibile andare in classifica grazie allo streaming. Quindi forse la pirateria in un certo senso è stata quasi risolta.
Cosa ne pensi della musica trap di Enzo Dong? C’è qualche altro artista hip hop di Napoli che senti di indicarci?
Non penso che Enzo Dong faccia esclusivamente trap, ma non sono nessuno per dare un’etichetta alla sua musica. Come detto prima non faccio regali a nessuno.
Pensi che la old school partenopea si sia avvolta su se stessa cadendo nei luoghi comuni che vivono troppo spesso anche i musicisti rock che da Napoli non riescono ad imporre la loro musica di qualità su scala nazionale? Cosa manca all’industria musicale di Napoli rispetto a quella milanese?
In primis manca tantissimo talento e poi il senso del business. La scena di Napoli vanta di essere forte quando non lo è affatto, sia dal punto di vista artistico sia manageriale. Ci sono pochi nomi che si salvano e purtroppo cadono vittima di mentalità vecchie ed ego talmente – e ingiustamente – grandi che diventano un limite. Bisognerebbe essere più umili, più duri su se stessi senza credersi degli Dei, capire il perchè non si funziona e rispettare le diversità.
Con i Co’Sang – dopo la ‘benedizione’ di Roberto Saviano – prendeste le distanze dal fenomeno Gomorra. Oggi è ancora più intenso quel fenomeno, anzi rigenerato. Sei ancora distante da quell’immaginario? Avresti voluto scrivere il brano Nuje Vulimme ‘na Speranza? … in fine dei conti ha un testo positivo per i ragazzi che vivono nel rione.
Io non sono distante da quell’immaginario, io SONO quell’immaginario. Io sono davvero un prodotto delle periferie di Napoli, sono l’evoluzione di esse. Ci eravamo distaccati dal fenomeno mediatico Gomorra perchè alcuni punti erano controversi diventando troppo influenti in campi in cui non dovevano influire. Non ho mai voluto fare un pezzo che non fosse mio, ascoltando i miei brani nessuno più di me suscita nei ragazzi grinta e voglio di progresso. Quindi sto a posto con me stesso, grazie.
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autore: Giulio Di Donna