Il progetto CafeAmaro dell’australiana Diane Peters ad arpa e voce e del bresciano Andrea Ponzoni, elettronica e tastiere, lascia finalmente un documento concreto con questo debut omonimo.
Un disco fatto di lentezza e trasparenze, da meditazione, come l’Amarone evocato nella traccia d’apertura, che ha bisogno della giusta atmosfera, di un tempo e di un luogo precisi per farsi apprezzare, per insinuarsi nelle pieghe del nostro quotidiano e renderlo più magico e sognante.
E anche sensuale, come in Nostra Bossa, traccia puntellata dal flauto di Stefano Benini, contesa tra tropicalismo e soundtrack da nouvelle vague.
Tracce quelle di CafeAmaro solo apparentemente statiche ma capaci di andare ben oltre una facile catalogazione new age, così piene di jazzismi, di esotismo (Yin Yang) e di inquietudini sottese (le elettroniche di Ponzoni sembrano talvolta richiamare i didgeridoo del deserto australe), sempre ben assorbite dal rigore del basso di Gianni Sabbioni e dalla dolcezza della tromba di Francesco Venturini (già con Ponzoni nei Cinemavolta).
Altre tracce notevoli sono Open 4 in cui la voce di Diane non è meno strumento della sua arpa e Celestial, paradisiaca trasposizione methenyana che gode dell’intervento della sei corde di Tommaso Lorusso. Completano il lussuoso parterre gli archi di Maddalena Fasoli e Marta Vicentini, dimostrazione di come la scena musicale tra il veronese e il bresciano sia viva e attiva anche al di fuori dei circuiti pop-rock indipendenti grazie all’interplay tra questi formidabili musicisti dalle diverse estrazioni. Lo studio Ritmo&Blu di Stefano Castagna, particolarmente indicato per questo tipo di incantesimi, ha poi fatto il resto.
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autore: A.Giulio Magliulo