Approda a Napoli la coppia – in arte come nella vita – formata dal tedesco Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) e dall’americana da tempo residente in Germania Danielle de Picciotto, per un concerto in cui presentare il proprio recente album intitolato Perseverantia, col quale i due artisti portano avanti una ricerca in cui la musica è strumento per la riconnessione interiore in chiave mistica, spirituale, ma anche riconnessione con la natura attraverso mantra ancestrali, suoni dilatati e ritmi avvolgenti, profondi, pronti a farsi anche inquietanti come come può esserlo una bufera, una frana o un maremoto, tutto maturato in un percorso esistenziale che i due portano avanti da molto tempo con uno stile di vita nomade sempre alla ricerca di stimoli artistici ed interiori.
Apre il concerto Plastic Penguin, napoletano reduce da un ultimo EP di tre tracce intitolato Bamboo Groove ascoltabile/scaricabile qui: che con un set elettronico asciutto, profondo e di grande suggestione emotiva, supportato dalla buona acustica introduce molto bene al concerto successivo e cogliamo persino diverse affinità con l’inquietudine della musica di Hacke. L’esibizione di Plastic Penguin è ascoltabile qui:
Mentre l’esibizione di Plastic Penguin è colorata da un faro blu elettrico puntato sul musicista, il live set di Hacke e de Picciotto prevede luci gialle e rosse diffuse e la proiezione sul fondale di immagini arcaiche, contestualizzate. De Picciotto suona violino, ghironda ed autoharp e canta, mentre Hacke si esibisce scalzo, anch’egli seduto, con la chitarra elettrica, un tamburo e prepara una serie di basi. ‘Strenght‘ dal vivo è un brano evocativo, strumentale, semplice rispetto al resto del repertorio, e fa presa mettendo d’accordo tutto il pubblico, mentre ‘Awake‘, probabilmente il brano più interessante del nuovo disco ed il più intenso, è giocata su un dualismo interessante tra la parte maschile portatrice di una sacralità intimidatoria – chitarra elettrica, tamburo, canto gutturale basso – ed una parte femminile elevata, pacificatrice – violino, voce femminile – e poi ‘Faith’, con la voce di Danielle de Picciotto, dilatata e psichedelica, intorno ai 10 minuti di durata, mentre ‘Perseverantia‘ è lasciata per la fine dell’esibizione, che sfrutta i suoni della natura ed una marea di live electronics manovrati dai due musicisti. In ‘Grace’ invece emerge l’innocenza, l’elevazione spirituale.
Tra il pubblico c’è una minoranza che rimane spiazzato, che probabilmente non sapeva cosa aspettarsi o immaginava qualcosa di simile agli Einstürzende Neubauten; ad ogni modo un concerto molto emozionante, coinvolgente, interessantissimo anche perché a Napoli raramente è dato di vedere musica del genere se non al limite nelle rassegne estive di musica etnica tout-court, da cui in ogni caso Hacke-de Picciotto si discostano per il ricorso copioso all’elettricità ed all’elettronica.
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autore: Fausto Turi