Il desiderio di partire per il Messico non è mai stato così forte. Tony Sandoval ha la capacità espressiva del sogno e attraverso le sue illustrazioni riesce a trasmettere perfettamente un sentore di leggerezza e al contempo di onirismo tali da confondere e da far sperare al lettore di trovarsi lì dove si sta svolgendo la scena e allo stesso tempo, paradossalmente, di averne un certo timore. A ormai un anno dalla pubblicazione, “Mille tempeste”, uno dei suoi ultimi graphic novel, è ancora sugli scaffali delle librerie, come sempre pubblicato dalla casa editrice che ha portato l’autore in Italia, la Tunué.
La protagonista della storia è Lisa, una bambina dai lunghi capelli bianchi che sta per entrare nella fase adolescenziale, cosa evidenziata anche dagli evidenti segni da parte del suo corpicino esile. Nonostante questo, però, continua a vivere immersa nel suo mondo incantato, distaccandosi da tutto e tutti, ma soprattutto giocando con alcune bambole, unico nonché ultimo ricordo che ha della madre scomparsa prematuramente quando lei era ancora troppo piccola. Un’altra attività che la intriga particolarmente è la ricerca di strani sassi, piccole ossa e oggetti mai visti prima: Lisa infatti ama girovagare lungo inquietanti e silenziose distese dai colori pastello, tipiche dei paesaggi di Sandoval, alla ricerca di monili da collezionare. Se questo suo modo di fare la caratterizza, allo stesso tempo la allontana dagli altri, rendendola sempre più sola poiché “diversa”. I suoi coetanei, infatti, pensano che questi suoi atteggiamenti siano dovuti a determinati poteri magici che però Lisa non ha: è soltanto una ragazzina che si appresta a diventare una donna, che vive con la matrigna, e che non ha un ottimo rapporto col suo fratellastro più piccolo che, paradossalmente, sembra godere nel fomentare le dicerie sul suo conto. Ma i giovani e gli anziani del paese non hanno tutti i torti poiché Lisa in effetti ha uno strano rapporto con la magia, a tal punto da creare involontariamente una sorta di portale tra i rami di un albero antico che, oltrepassato, la conducono di volta in volta in uno stesso luogo parallelo dove, continuando a cercare piccole unicità, prendendo alcuni denti da un teschio abbandonato risveglierà l’anima di Ojdre, un demone che pur di sconfiggerla andrà a cercarla fin nel mondo reale. Lisa dovrà dunque scontrarsi con un’armata di spiriti maligni per proteggere le persone a lei care e contemporaneamente intraprendere la strada verso l’età adulta. Parallelismi, questi, spesso presenti all’interno dell’opera di Sandoval, che costruisce così ancora una volta la storia su un doppio livello: da un lato quello fantastico del combattimento dell’eroina protagonista contro oscure forze del Male, dall’altro quello intimo della crescita interiore di Lisa, giovane alle prese con il difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Temi forti che vengono trattati con una delicatezza ricca di sentimenti, frutto di esperienze nuove e non per forza positive o negative, come la prima sessualità o l’emarginazione, la paura legata alla perdita di un familiare o degli affetti, o ancora l’evidente esigenza di conoscere la propria persona anche attraverso oggetti unici da collezionare.
Sul finire della storia c’è una sorta di cameo che l’autore messicano fa a se stesso, presentando ai lettori Mille tempeste un personaggio “già visto”: improvvisamente, infatti, vagando in un mondo irreale, a Lisa appare una sua coetanea che non è altri che Mia, la giovane protagonista di Watersnakes, altro graphic novel di Sandoval. Mia è spaventata e indifesa esattamente come Lisa, e proprio come lei ha qualcosa in mano che, al di là della materia, simboleggia la sua situazione poiché a entrambe è chiesto, durante quell’età di passaggio, di far riferimento al proprio coraggio per far fronte al male e poter salvare i propri affetti. Da un punto di vista iconografico, l’una risulta essere l’opposto dell’altra, ma da un punto di vista empatico sono praticamente identiche e ciò ci conduce ad un’unica conclusione: che Sandoval, in maniera molto velata, sta costruendo un proprio universo narrativo, sebbene piccolo, ma con elementi precisi e determinanti che si susseguono e si ripetono di opera in opera.
Il suo è uno stile intrigante, ricco di un fascino difficilmente reperibile altrove, elemento evidente già a partire dall’incipit in cui una sequenza di immagini acquerellate si susseguono a mostrare gradualmente il passaggio dalla realtà al sogno, luogo prediletto dall’autore, fino a raggiungere picchi di stilismo e bellezza impareggiabile attraverso sequenze maggiormente plastiche in cui il tutto avanza grazie a prospettiva e dinamicità. Il tratto, come sempre perfettamente pulito ed equilibrato, rimanda ai libri per bambini a causa di una leggerezza nei colori e nelle espressioni che rendono il tutto quasi etereo, nonostante i temi affrontati e le svariate scene d’azione. I paesaggi, come nel suo capolavoro primo “Il cadavere e il sofà”, contribuiscono a palesare atmosfere di sogno quasi mistiche e irreali in cui a muoversi, a giostrare i fili della storia sono essenzialmente bambini. Ed è forse proprio questo l’elemento che maggiormente affascina all’interno del lavoro di Sandoval: la capacità indiscussa di far convivere spensieratezza tipicamente infantile e tematiche profonde e dure, difficili, al di là di modalità fantastiche e impensabili nel quotidiano, ma che nonostante questo sono sempre presenti all’interno di ogni suo lavoro.
“Mille tempeste” è un sogno meraviglioso e allucinante, infantile e terrificante, da perderci gli occhi e la paura per le tenerezze e per le figure infernali che paradossalmente coesistono alla perfezione. Tony Sandoval si riconferma quindi perfetto connubio tra tratto tipico dei libri per bambini e tematiche forti che sfociano in zone inesplorate della concezione universale di realtà. In un’intervista rilasciata nel 2006 alla critica messicana, infatti, Tony Sandoval parlando dell’impatto che aveva avuto scoprendo che in “Meet the Feebles” Peter Jackson parlava di prostituzione, violenza e dipendenza dalla droga attraverso un film sostanzialmente d’animazione, disse: Pensai quindi: “E se provassi a realizzare un fumetto con uno stile infantile, ma che tratta temi forti?”. “Mille tempeste” è dunque consigliato a chi ha sempre letto l’autore messicano con piacere ma soprattutto a chi, incuriosito dal fumetto fantastico, vuole avvicinarsi a un mondo che se ne distacca prendendone, stilisticamente, solo le caratteristiche infantili, arricchendo la trama con suggestive sfumature ancora una volta dark.
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http://www.tunue.com/it/prospero-s-books/304-mille-tempeste.html
di Lorenza Carannante