Il circo Zen è diventato maggiorenne e per l’occasione pubblica il decimo disco, suonato unicamente con un basso, una chitarra e una batteria. Il titolo del disco non è solo una provocazione ma è anche la visione che il trio toscano ha rispetto alla condizione che noi italiani/occidentali stiamo vivendo. Se ufficialmente “La terza guerra mondiale” non è un concept album nella dinamica, e soprattutto nell’argomento fondamentale portante, lo è. Il messaggio che il trio vuole mandare riguarda l’infantile ed immatura inconsapevolezza che molti occidentali hanno rispetto alla guerra. Una guerra che non è soltanto quella che si combatte sul campo di battaglia, ma è anche quella delle relazioni umane. Con un sound power pop, apparentemente scanzonato, gli Zen Circus iniziano il disco con la ballata circolare e distopica della title-track che procede, in modo sbilenco, come il protagonista del testo, sempre più disincantata. Dalla visione globale si passa a uno dei principali cancri italiani: il campanilismo nella provocatoria “Pisa merda” e all’oscurantismo dell’attitudine becero/fascista ed intollerante di chi non riesce a capire i mutamenti sociali e che le migrazioni fanno parte della storia dell’uomo nel rock noise e con i tratti psichedelici di “Zingara (Il cattivista)”, passando per il rock rassicurante e provocatorio di “Terrorista”. La malinconica “Non voglio ballare” è molto vicina ai brani del disco precedente e con “San Salvario” il trio toscano si lascia andare ad una ballata pop-folk-rock nella quale mettono il proprio marchio, mentre con “Ilenia” di lasciano andare ad un bel power-pop-rock esplosivo nel sound ma introspettivo nel testo. Un disco che non colpisce subito come i precedenti ma che ha moltissime frecce al suo arco che va scoperto ed apprezzato ascoltandolo più volte.
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autore: Vittorio Lannutti