Lui stesso, Miles Cooper Seaton, definisce questo disco – Phases In Exile – “a catalogue of visions”, una catalogo di “robe dentro” molto profonde e perse in un folk cantautorale in preda ad allucinazioni e atmosfere lisergiche che –unite – danno vita ad un ascolto rarefatto, al limite di una solitudine quasi astrale, sciamanica.
L’artista americano, con dieci anni al basso degli Akron/Family sul groppone, s’incammina in questo suo progetto nato e registrato in Italia, dieci tracce, dieci passi cosmici come alla ricerca/rinascita del proprio “Io”, un disco che coinvolge (ma anche difficile a primo acchito) lungo esistenzialismi in sottovoce, a loro modo sofferti, dove tutto è sospeso, a mezz’aria, in un limbo evanescente.
Disco notturno nella sostanza, impalpabile nell’essenza, ossessioni e sperimentazione minimale scorrono a fiumi, i silenzi cantati in Pacts with beats, una melodia di echi in It just does, il delirio mistico in Persona (The killer) con una rilettura di un poema Cherokee e la pastorale aliena e cinematica di Death and the compass sono le scie invitanti di questa cometa stravagante, cometa che passa sotto il lettore illuminando tutto di atavica magia.
Pathos assicurato!
http://www.milescooperseaton.com/
https://www.facebook.com/Miles-Cooper-Seaton-311392255735133
autore: Max Sannella