Nome di un gufo bretone, impatto Cronenberghiano, colore fluò accanito/accarezzevole e una smania elettronica che si muove come un rettile tra neuroni impazziti e percorsi destabilizzanti, tesi come corde di violino. Attraverso una voce artificialmente baritona il manipolatore di stati di coma vigili Kaouenn, in questo omonimo lavoro di undici espressioni deliranti e ibridamente “alterati” come in un sogno perfettamente disturbato esprime alienazione, angoli bui pesti, una cosmicità interessante in cui circolano e si sbattono plasticità new waveing, strisciamenti kraut e cortocircuiti trip hop, il tutto in una massa d’ascolto che suona del tutto convincente.
A differenza di quella di molti suoi contemporanei, la ricetta sonora di Kaouenn “scappa” dalle overdosi harsh per cercare, sperimentare un perfetto incrocio tra gli stilemi estetici cyber old scholl e un bel carotaggio di futurismo neo classico, una marcia in più che strizza l’occhio (meglio l’orecchio) ad una vena psichedelica dalla forte e penetrante personalità atmosferica.
L’artista si muove bene in queste sue miscele soniche Kill thrills, Les Hiboux, Black owl, Unicorn, ma è con l’onda magnetica di Take the road che si decreta la bontà del progetto “alieno” di Kaouenn. Vibrazioni a manciate!
http://www.kaouenn.com/
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autore: Max Sannella