Diego Faggiani da Cagliari in arte Detox è uno storico beatmaker e producer della scena hip hop nazionale. Formatosi a Bologna ha collaborato con Dj Gruff, Clementino, Angela Baraldi, Roy Paci, Videomind ed è il cofondatore dei Blatters (campioni italiani Dmc 2010, Dmc 2011 e Ida 2011).
“Landing”, in uscita l’8 aprile, è il primo di una nuova serie di Ep che la Relief Records lancerà nei prossimi mesi, il cui concept è quello di dar voce alle nuove idee di dj, producer, cantanti e musicisti con i quali la label ha collaborato negli ultimi due anni.
Incontriamo Detox per conoscerlo meglio e per conoscere meglio la sua idea di musica.
“Landing”, Ep in uscita l’8 aprile per Relief Records, è il primo lavoro in cui ti metti in gioco in maniera diretta… un debut, anche se parlare di debutto nel tuo caso è un po’ strano avendo alle spalle oltre dieci anni di collaborazioni (da Clementino a Dj Gruff… solo per citarne alcune). Come mai questa scelta? Era giunto il momento di dare forma alle tue esigenze artistiche? E perchè un ep e non un full-lenght?
Tranne nel progetto di “scratch music” Blatters, per anni mi son sempre concentrato a creare ciò che poteva valorizzare il cantante o il rapper con cui stavo collaborando, fino a quando ho avuto la necessita di capire bene chi ero io…a livello musicale. Non che non sapessi quali erano i miei gusti o preferenze ma bensì quale era il mio suono, quello che mi rappresentava. Questo per me è stato non solo una rinascita ma come dice la parola stessa “landing” anche un vero e proprio atterraggio, da una lunga caduta. La scelta dell’EP è dovuta al fatto che non mi accontento mai e nonostante avessi brani in abbondanza per un album, ho preferito concentrare tutto quello che più mi emozionava e mi rappresentava in 5 brani, senza alcuna dispersione.
Il tuo background da produttore, anche se molto eclettico, ha comunque delle forti basi hip hop. “Landing” invece affonda a piene mani nel mondo dell’elettronica: dubstep, electro, break-beat e, ovviamente, molto funk… è questa la tua personale dimensione sonora?
Io penso che l’hip hop sarà sempre presente nelle mie musiche, se non come suono sicuramente come attitudine. Io amo campionare, sono un fanatico del campionamento, adoro non solo quell’esatto momento in cui metto la puntina sul vinile ma anche l’odore stesso della copertina vecchia e usurata nel tempo. Non so esattamente qual è la mia personale dimensione sonora, però una cosa la so: appena capisco che mi sto concentrando troppo su un tipo di sonorità cambio strada, ma non lo faccio a posta, mi ci ritrovo direttamente da un’altra parte.
Pur essendo un lavoro di musica elettronica in “Landing” l’uso di strumentazione analogica è predominante. Puoi descriverci a grandi linee come hai affrontato la fase di ricerca del suono per i tuoi brani?
La ricerca parte sempre dal campionamento, in questo caso ho ricercato prettamente live di band più o meno vecchie. La scelta del suono analogico è dovuta al fatto che ho la fortuna di avere spesso sotto mano della macchinette antiche, trovando così i suoni e le atmosfere che prediligo. Inoltre una cosa fondamentale per me è il confronto diretto con due persone che, oltre ad essere dei miei cari amici, son dei musicisti che stimo profondamente, e cioè il violoncellista Bruno Briscik e il pianista Alex Trebo (Mop Mop). Con loro mi confronto costantemente e oltre ad essermi stati vicino durante diverse fasi del disco, rappresentano per me un riferimento importante. Siamo in costante contatto, e con Bruno in particolar modo sviluppiamo diversi progetti musicali insieme. Per me è sempre stato importante avere nelle mie produzioni almeno un elemento acustico ad accompagnare il suono generale del brano, sia per un fatto di amalgama tra acustico ed elettronico e sia perché è sempre stata una mia caratteristica che mi piace mantenere viva nella produzioni.
Il primo singolo “Mr Hugee” vede il featuring di una giovane voce soul italiana: Alo. Come è nata questa collaborazione?
La collaborazione con Alo è nata grazie al bassista Salvatore “Messico” Lauriola, che proprio nel giorno in cui registravamo il basso per il brano “Go On” mi fece sentire la voce di Alessandro, se non ricordo male in un brano dei “The Mixtapers” (una band che consiglio vivamente di ascoltare). Poco dopo ci siamo ritrovati in studio a fare qualche prova su dei miei beat e la cosa è venuta da sé. Per me non è semplice trovare delle voci, specialmente maschili, che mi piacciono e che mi catturano sin dalle prime battute, con lui invece è stato esattamente così.
Come vedi e valuti l’attuale scena hip hop italiana? C’è qualcosa che ti piace o che segui in modo particolare? E cosa non ti piace?
L’ hip hop per me è l’insieme. La musica, il ballo, il graffito, il dj, il rap….nell’insieme, nella sua totalità. Personalmente amo quando in certi ambienti si respira a pieni polmoni questo tipo di cultura. Io ora come ora difficilmente cerco o frequento jam (se è ancora giusto chiamarle così) ma ricordo bene quando mi ritrovavo in mezzo tra writer che dipingevano, breaker che volavano, il dj che screcciava e il rapper che improvvisava coinvolgendo tutti. Ecco per me l’hip hop è tutto questo. Un aspetto che non mi è mai piaciuto e che continua a non piacermi è quando vedo un tesoro così prezioso strumentalizzato per arricchire le proprie tasche, tasche di persone a cui fondamentalmente non interessa niente di tutto quello che ho appena descritto.
Idem come sopra, ma sostituisci la scena hip hop con quella elettronica.
Secondo me è un ottimo periodo e va sempre in meglio. Ci sono sempre più produttori che stanno lasciando il segno sia a livello nazionale che internazionale. Un esempio calzante mi viene pensando all’IDA del 2010 in cui partecipammo con i Blatters. Quell’anno arrivammo secondi subito dopo un dj che ora è meglio conosciuto come Jolly Mare, produttore di gran classe. Inoltre proprio in quell’anno ricordo bene questo tipo simpaticissimo che con un sp saltava e impazziva ad ogni beat che lanciava….io divertito come un bimbo al suo primo videogame, ho chiesto a Millelemmi chi era quel pazzo, e lui mi disse che si chiamava Digi G’Alessio (solo col nome aveva già vinto secondo me). Dopo poco tempo ha cominciato a far “volare tutto” tirando fuori delle perle che son state subito suonate e apprezzate in tutto il mondo, e ora lo possiamo trovare nel roster della Warp, il suo nome è Clap Clap!
Come possiamo seguirti? Segnalaci i tuoi link.
Questi sono i miei link di riferimento:
https://www.youtube.com/user/dietorsar
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