Maturi rockers a tutto tondo, noncuranti di radical chic e malelingue, Astbury e Duffy continuano per la loro strada anche grazie al supporto di legioni di fan affezionati e non certo per quella critica troppo sensibile all’estetica del cuoio che non li ha mai apprezzati.
In tutta la loro storia, cosa ancora molto evidente in Hidden City, è la declinazione per il rock and roll massimalista a portarli immancabilmente ad eccedere in calligrafismo, a tratti sino al caricaturale, ma al contempo è proprio quello che li rende irresistibilmente enciclopedici e incredibilmente stilosi ed efficaci nella loro sintesi.
Come in No Love Lost, nella quale se sostituissimo la voce di Ian a quella di Dave Wyndorf avremmo i Monster Magnet periodo Dopes to Infinity.
Come in Dance The Night dalle nuances del miglior glam rock.
Come in Birds of Paradise in cui ritorna un febbrile passato romantico, gotico e dark.
Come nell’orgia di chitarre southern di G O A T.
Come nella zeppeliniana Deeply Ordered Chaos che più zeppeliniana non si può.
Come in Avalanche Of Light, anthem ruffiano buono per i prossimi live ma anche per fughe solitarie in auto sfrecciando verso l’estate.
Come in Sound And Fury sulla quale la presenza del fantasma di Bowie è più di un sospetto.
Questo decimo album prodotto da Bob Rock – possiamo dirlo – non sfigura affatto nella discografia dei Cult.
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autore: A.Giulio Magliulo