E’ uscita il 4 dicembre 2015 la prima release ufficiale della nuova label Area51 Records, etichetta nata per celebrare il decennale dello storico programma radiofonico Area51, in onda dal 2005 sul circuito di Popolare Network. Ed è una prima uscita di tutto rispetto, uno Split in edizione limitata e da collezione che unisce i Ronin agli Uyuni, alle prese con tre brani a testa più una traccia condivisa suonata insieme dalle due band.
AREA51/SPLIT_EP#1 è il primo di una serie di Split che la label produrrà da qui in avanti, un vero e proprio format che ha come base lo spirito di reale condivisione dell’esperienza artistica. Ogni artista coinvolto nello Split presenterà, oltre i propri brani, anche una traccia condivisa con l’altro artista presente nella release, chiamata Shared_track.
Per l’occasione la label vi da la possibilità di scaricare liberamente il brano “Shared_track#1” basta cliccare qui [disponibile fino al 18 febbraio].
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Le due band si mettono a confronto e in pieno stile Split eccovi l’intervista Splittata:
Un nuovo lavoro dal titolo “Area51/Split_Ep#1”. 3 brani ciascuno più una traccia arrangiata, composta e suonata insieme. Volete descriverci in poche parole la genesi dello split e i suoi contenuti?
Ronin: la genesi è stata una telefonata. Volete fare uno split con gli Uyuni per una nuova etichetta che farà capo ad Area 51? A noi piacciono un sacco gli Uyuni ed Area 51, quindi eccoci qui a parlarne. I contenuti dei Ronin sono tre pezzi che rispondono a tre diverse esigenze compositive: un pezzo più astratto, omaggio a John Carpenter nell’ispirazione (Ashtral), una cover (On The Road To Mandalay) ed un pezzo destinato a diventare un cavallo di battaglia del gruppo (Studio For A Hit).
Uyuni: Lo split è nato da una proposta di Massimo de Simone, che conosciamo e stimiamo da tempo. Eravamo in tour in Sardegna quando ci ha telefonato proponendoci la cosa, e ancora non sapevamo quale fosse la band coinvolta insieme a noi nello split. Naturalmente, sapere che si trattava dei Ronin ci ha reso molto felici ed onorati. Nella nostra metà dello split, ci sono tre brani, di cui due (Del colore della terra e Cardamomo) hanno una sorta di collegamento geografico tra di loro, mentre Il terzo (Mentre ti allontani), anche se appartiene ad un mondo sonoro piuttosto diverso, ha sempre a che fare con una certa idea di “altrove”, a cui tendiamo, ma che difficilmente riusciamo a raggiungere.
Uno dei punti di forza di questo lavoro è che i vostri brani risultano complementari e sorprendentemente sovrapponibili a quelli dell’altra band. Come siete riusciti a far convivere le vostre diverse sonorità e i vostri diversi background?
Ronin: siamo gruppi molto compatibili, è vero. Infatti sentiamo gli Uyuni molto vicini, siamo subito stati entusiasti di collaborare con loro. Ma avere sonorità e background diversi è normale, anzi, la cosa divertente è proprio farli incontrare. Con gli Uyuni è stato fin troppo facile, perché loro sono anche molto bravi ad adattarsi, come noi del resto. Ma possono venire fuori cose interessanti anche da gruppi più diversi e meno malleabili.
Uyuni: Seguiamo e stimiamo i Ronin da molto tempo, e credo che nel nostro approccio alla musica ci siano molti tratti simili, così come (in senso particolarmente positivo) alcune differenze. La collaborazione è venuta in modo particolarmente facile e naturale. E’ stato bello vedere gli ingredienti del nostro suono mescolarsi in modo così costruttivo e dare vita a qualcosa che appartiene ad entrambi, ma che non è semplicemente la somma del suono delle due band.
Lo Split_Ep inaugura la nuova etichetta Area51 Records, nata per celebrare il decennale del programma radiofonico Area51. In che relazione siete col format, come lo avete conosciuto e cosa vi ha spinto ad iniziare con loro questa avventura?
Ronin: Area 51 scopre e promuove realtà italiane spesso poco conosciute e molto valide. Si situa tra i pochi programmi meritori in questo senso. Bruno dei Ronin era già stato ospite in qualità di batterista dei Bachi Da Pietra. Come già detto quindi, la spinta alla collaborazione è venuta per l’apprezzamento sia del programma, che del gruppo-partner nello split.
Uyuni: Abbiamo avuto a che fare per la prima volta con il programma radiofonico Area 51 qualche anno fa, dopo l’uscita del nostro primo album. Massimo ci aveva invitato per un live ed un’intervista in radio e da allora siamo sempre rimasti in contatto. Abbiamo saputo della nascita dell’etichetta proprio perchè Massimo ci ha proposto di partecipare alla prima uscita, cosa che, ci ha naturalmente lusingato molto. L’idea di un’etichetta legata ad un programma radiofonico ormai storico è un caso unico nel panorama Italiano e ci auguriamo che questa nuova entità dia un contibuto positivo alla musica di qualità.
Parliamo della traccia condivisa: Shared_Track#1 è l’episodio clou di questo lavoro, senza nulla togliere a tutti gli altri ottimi brani. Potete descriverci l’esperienza in studio insieme?
Ronin: sorprendentemente facile. Il tutto è partito da un’idea degli Uyuni, su cui noi Ronin abbiamo subito trovato una chiave interpretativa che ci piaceva e che funzionava. L’abbiamo provata un paio di volte, e poi, dopo un pranzo ed un blackout di un paio d’ore, l’abbiamo registrata. Bello, facile, magico.
Uyuni: Qualche settimana prima di iniziare le registrazioni, abbiamo raccolto un po’ di materiale audio accumulato durante e dopo il lavoro di produzione di “Australe” e, senza pensarci troppo, lo abbiamo spedito a Bruno. Si trattava di idee allo stato più o meno grezzo che, per una ragione o per un’altra, non avevamo avuto modo di sviluppare. I Ronin hanno individuato tra quelle registrazioni uno spunto su cui abbiamo poi lavorato direttamente in studio. Il brano ha preso quasi da subito una piega inaspettata. La parte di chitarra che io mi ero immaginato come una sorta di voce solitaria e desertica, è diventata il supporto di una frase melodica potente a cui si sono aggiunte molte altre voci e sfumature, che l’hanno trasportata in un territorio nuovo. I Ronin hanno un approccio forte legato al “tema” musicale che si è rivelato complementare al nostro. E stato molto bello vedere le nostre diverse attitudini all’opera.
In cosa vi ha arricchito dal punto di vista artistico e cos’altro vi aspettate esattamente da un’esperienza come questa? Ne farete ancora altre simili?
Ronin: Ogni registrazione, ogni disco, ogni collaborazione arricchisce dal punto di vista artistico. In questo caso l’aver collaborato con gli Uyuni è stata una grande ispirazione. Avevamo già fatto cose simili in passato, e ne faremo sicuramente in futuro. E’ uno degli aspetti più bella della musica, poter dialogare con altri parlando questa lingua così intima.
Uyuni: Sono contento che la nostra prima esperienza di condivisione di un supporto discografico sia avvenuta con i Ronin. Naturalmente abbiamo la tendenza a concepire la nostra musica come il prodotto di una visione personale, rispetto a cui facilmente diventiamo possessivi e gelosi fino all’autismo. Lasciare entrare altri in questo processo (e non altri a caso) è stato molto interessante perchè ci ha rivelato altre possibili direzioni verso cui il nostro suono può muoversi, che da soli non avremmo potuto immaginare.
Penso che sia quello che, nel migliore dei casi, si intende con la parola “dialogo”.