Non si arrestano le infinite “diagonali”, le inestimabili variazioni sul cosi detto noise , il “rumore” che dall’origine è parte, anima e tono del rock; a ribadirne il concetto questo esperimento di Luca Bottigliero, già batterista di Giorgio Canali, One Dimensional Man e Lucertulas, che prende il nome di Grayscaleye, una poliedrica quanto ambiziosa “messa in opera” in cui chitarra, distorsioni e percussioni creano spirali, magma e fuoco sacro suddiviso in nove traccianti di grande impatto.
Disco sferzato da una personalità camaleontica, fuzz, larsen, compressioni e rifferama a dispersione sono le colorazioni amperiche che il tutto diffonde, una volumetria sonora che Bottigliero sapientemente dota di una struttura sperimentale di gamma extra, ben precisa, perché la scienza del rumore è comunque regolata da una logica stringente quanto quella del suono organizzato, e a sentire questa list l’architettura si definisce in grandeur.
Rock da tutti i pori e compattezza altrettanto, math rock (Everything nothing) e iniezioni elettroniche (We’ll walk on the land) a creare un pathos di potenza espressiva tumultuosa, plasmata come fosse viva sostanza – e lo è – tanto che l’astrattismo di No vertical, la metafisica tribale che stritola Animal eye, Flame e le gelide geometrie scalene e melodiche di Sun, oltre che sentirle si possono anche toccare con “l’immaginazione della realtà”, e questo Grayscaleye ne è garante al quadrato.
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autore: Max Sannella