Il quintetto pesarese pubblica il secondo live nel giro di cinque anni. Tuttavia non pensate che sia un’opera speculativa come fanno e hanno fatto moltissimi artisti che battono il ferro finché è caldo. Si tratta, al contrario, di un lavoro di completamento. In “Mary and the fairy” i CW, infatti, hanno voluto pubblicare sia canzoni presenti in cd fuori catalogo (in particolare da “Ruby Shade” e da “Crime stories”), che per loro sono ancora molto importanti, sia brani a cui hanno voluto dare un arrangiamento diverso.
Le canzoni sono state tutte registrate in un unico concerto, svoltosi a Pesaro lo scorso 30 aprile nel quale hanno acquisito una maggiore intensità. Hanno in generale un approccio meno rock in quanto sono strutturate su stilemi blues. Il piano e la tastiera di Alessio Raffaelli sono messi più in evidenza, sia in assolo che nell’intreccio con le chitarre. I brani, a parte “I like you smell”, sono tutti tra i cinque minuti e mezzo e gli undici minuti e mezzo, per cui il gruppo ha voluto soffermarsi su dilatazioni e lunghe code rock, degne di Neil Young: ascoltare per credere “Behind the bars”.
Le dodici battute sono rese intriganti e decadenti ne “La Buveuse”, dove Marco Diamantini & soci riescono a far convivere The Cesarians con Vinicio Capossela, mentre Hugo Race ricorda a Nick Cave i primi momenti dei Bad Seeds in un locale parigino in una notte autunnale e uggiosa. “Mary”, è stata dilatata e resa ancora più intensa con tutti gli strumenti che hanno il loro momento di gloria. Il brano più lungo, “The fairy has your wings (for Valeria)”, è un lunghissimo valzer mascherato di rock, degno del miglior Tom Petty. Un disco curato in tutti i dettagli, come ognuno dei CW, con la veste grafica curata dal pittore Giuliano Del Sobro.
autore: Vittorio Lannutti
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