DFA records ha scommesso sin dall’inizio su Slim Twig (al secolo Max Turnbull, canadese di Toronto), definito un potenziale novello Frank Zappa. Il suo nuovo lavoro, Thank You For Stickin With Twig, conferma appieno questa sensazione: sembra di sentire la chitarra di Zappa così come suonerebbe nelle sue mani ai giorni nostri, con tanta distorsione, tanti synth, tanto effetto rumoroso e tanto genio dissonante.
Dopo l’ultimo disco nel 2011, A Hound at the Hem, Twig si è gettato nella recitazione (Sight Unseen e We Come as Friends i film degli ultimi anni) per trovarsi poi nel 2013 davanti a un impasse creativa. Impasse dalla quale si è ripreso piuttosto bene, a sentire come suona il nuovo disco.
Il primo singolo, che è anche l’intro dell’album, ci accoglie con una sinfonia di rumori synth, seguiti da un beat molto distorto, tutto giocato sulla chitarra. Sì, perché la caratteristica particolare delle prime sei canzoni è l’assenza assoluta di batteria: è solo la chitarra distorta e gli effetti da sintonizzatore a fare il ritmo, anche questa un’idea sperimentale portata avanti assieme al produttore Anthony Nemet e al mixer Steve Chahley.
Nella seconda parte del disco, con Fadeout Killer, Trip Through Bells, Out of my Mind e gli altri pezzi, la composizione torna a essere un po’ più tradizionale, con tanto di batteria e ritmi in quattro quarti: ma Slim Twig prova comunque a dissolvere stavolta dall’interno la struttura del pezzo canzone, sempre giocando con le sue fedeli armi elettriche.
L’album in sostanza viaggia tutto fra richiami a Zappa, T-Rex, Television, e corridoi musicali più recenti già aperti da Queen of Stone Age da un lato e Strokes dall’altro. Ma non vuol dire che non vi sia originalità e personalità: tutt’altro. La voce, distorta anch’essa elettricamente, e la chitarra sono davvero un marchio personalizzato, e più di tutto la sua scelta di comporre, alternando brevi frammenti da uno due minuti a canzoni vere e proprie, il tutto nel segno del genio, e non rinunciando alla melodia.
Davvero un bel talento, di cui è bene seguire i prossimi passi futuri.
autore: Francesco Postiglione