Il dark-folk profondo e intimista che emerge dal quarto album solista del cantante dei Neurosis è, come nei precedenti album, particolarmente profondo. Steve Von Till persegue il suo percorso catartico, e di autoanalisi, grazie al quale esorcizza i suoi fantasmi interiori. La vena cantautorale di cui è particolarmente dotato gli permette di trovare delle metafore nelle quali sono presenti animali e paesaggi boschivi che fanno da immaginario ad un mondo tenebroso Tuttavia Von Till esterna, nel brano più intimista “A language of blood”, la paura più grande che è quella di se stessi. Per fortuna riesce anche ad essere dialettico, per cui dopo tanto viaggiare, in modo epico, dentro se stesso, trova delle vie d’uscita (“Bich bark box”). Von Till accompagna i suoi bellissimi testi con chitarre spesso appena arpeggiate o accennate, qualche synth e poco altro, le ambientazioni sono spesso lente e tirate, ma non tese, perché il cantante dei Neurosis ci accompagna come un Virgilio nei lati più oscuri della sua anima e per certi versi di se stesso.
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autore: Vittorio Lannutti