“Santa degli impossibili” di Daria Bignardi
Casa editrice: Mondadori
N. Pagine: 109
Anno pubblicazione: 2015
Prezzo: € 12,00
Mila è sposata con Paolo, ha quasi quarant’anni e tre figli, di cui due gemelli. Vive a Milano e fa sempre tutto di corsa, sforzandosi di non tralasciare niente. Ha studiato letteratura, ama leggere e prima della nascita dei gemelli lavorava al “Corriere della sera”, una posizione di prestigio, che la rendeva orgogliosa. Ora lavora per un mensile di provincia e lo fa senza entusiasmo, ma con la consapevolezza che quello sia l’unico impiego che le consenta di avere i ritmi giusti per prendersi cura della famiglia. Spesso, tuttavia, Mila si perde nei suoi pensieri e si distacca dalla realtà, alle domande risponde con un’interrogativa e questo manda su tutte le furie Paolo, che la vorrebbe più attenta, più organizzata, più coerente. La vorrebbe diversa, insomma. Il punto è che Mila cerca di smorzare l’inquietudine che ha dentro e che la induce a degli scatti inaspettati, proprio come quello che fa la sera del suo compleanno e che si conclude con un ricovero in ospedale, dove incontra Annamaria, una suora laica, che la aiuta a guardarsi dentro.
Questo è un romanzo sulle relazioni umane, che sono sempre complesse e che talvolta fanno soffrire, soprattutto quando inducono ad allontanarsi dalla propria essenza. La narrazione è chiara, a ciascun personaggio l’autrice offre la possibilità di esprimere il proprio punto di vista,raccontando gli eventi in maniera diretta, con il proprio personalissimo registro. Questa tecnica rende il tutto molto più interessante, proprio perché contribuisce a dare al lettore una visione d’insieme degli eventi narrati. Fin qui tutto bene, nulla da eccepire e tanto da lodare, peccato che l’idillio si interrompa proprio sul più bello. Il romanzo, infatti, è privo del finale, senza un motivo apparente.
Sarà per la difficoltà a raggiungere un epilogo convincente – più volte segnalata nei romanzi di Daria Bignardi – sarà per esigenze editoriali, sta di fatto che la narrazione si interrompe inaspettatamente, o meglio resta sospesa. Questa scelta non si dimostra strategica, anzi lascia attoniti, proprio perché non si basa su una struttura sufficientemente solida da presupporre che sia il lettore a giungere alla conclusione. Uscito a pochi mesi dal lavoro precedente, questo romanzo è come un bruco troppo pigro per diventare farfalla.
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autrice: Flavia Vitale