L’Italia dei festival cresce ogni anno sempre di più e non smette di meravigliare. Anche per chi fa informazione musicale la sorpresa è continua e la scoperta ancora emozionante.
Da Torino a Milano, da Roma a Bologna, dall’Abbruzzo alla Sicilia, l’offerta di questo tipo di manifestazione è più che mai esauriente, oggi basta fare qualche centinaio di chilometri per trovare eccellenti cast di musicians internazionali in locations quasi sempre straordinarie.
Si rivalutano appunto località, territori e strutture, si crea indotto economico, si accresce culturalmente, si socializza al di fuori del web…
Di tale emancipazione se n’è accorto il pubblico, che ha un pò messo da parte i grossi punti di raccolta europei per gli eventi nostrani, sicuramente più alla portata e pure a buon mercato. Ne parlano (spesso anche troppo) le tante webzines, i promoter fanno girare gli artisti pure del nostro panorama musicale, si muovono associazioni e fondazioni, il giovane docente universitario ha spazio d’espressione esterno all’accademia, se n’è accorto addirittura qualche ente locale che cavalca l’onda…chi ancora non si rende conto del cambiamento sono televisioni, radio e giornali, i mezzi di comunicazione del novecento che forse hanno serie difficoltà a separarsi dal secolo scorso.
Sui canali televisivi nazionali, ad esempio, in questi giorni d’estate c’è la solita proposta di “Carosello”, sketch e spezzoni di TV anni ’60 e ’70 e la musica che passa risale almeno a venti anni fa con l’aggiunta di qualche squallido vincitore di un talent oltre a ogni forma possibile di Sanremo…se ragioniamo in questo preciso ambito, l’offerta è noiosa, anacronistica e penosamente scadente. Al posto della buonanima di Mike Bongiorno, che pure ebbe a che fare con John Cage, perché non dare spazio a un qualcosa del presente che non sia condotto da qualche mediocre conduttore abbronzato? Magari potrebbero addirittura scoprire che i giovani che hanno a che fare con la musica elettronica e le arti digitali non sono tutti drogati e impasticcati!
Ma a noi, che siamo dell’altra sponda, mica pesa il fardello che ci siamo scelti! Anzi al posto di fare ragionamenti idealistici forse è più produttivo annunciare il programma del roBOT Festival – Digital Paths into Music and Art, rassegna che si terrà a Bologna in autunno e precisamente dal 7 al 10 ottobre al Teatro Comunale, il Palazzo Re Enzo e BolognaFiere.
Il palinsesto di questo evento dedicato alla musica elettronica e le discipline multimediali, giunto quest’anno alla ottava edizione, è letteralmente sensazionale: Floating Points, Nina Kravitz, Lory D, Squarepusher, Trentemoller, Daphni, Holly Herndon, Tiga, Clark, John Talabot, Nathan Fake, Evian Christ, Sherwood & Pinch, Ben Ufo, Powell, Jets, Blank Mass, Lee Gamble, Levon Vincent, The Bug, Clap! Clap!, Godblesscomputers, Seven Davis Jr., Lawrence English, Lena Willikens, Flako, Helena Hauff, Philip Gorbachev, Bora, Nozinja, Bienoise, Rabit, The Martinez Brothers, Yakamoto Kotzuga, Chevel, Populous, Prostitutes, Siriusmodeselektor, Koreless, Dj Khalab.
Il festival sarà anticipato da una preview il 20 settembre con Sasha Ring aka Apparat che porterà dal vivo le sue soundtracks.
Il roBOt Festival è un progetto promosso da Shape e prodotto in partnership con BolognaFiere e con il patrocinio e il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna e Bologna Unesco City of Music.
www.robotfestival.it
www.facebook.com/festivalrobot
autore: Luigi Ferrara