Giunti al loro quarto lavoro gli svizzeri The Sunwashed Avenues radicalizzano il loro sound in direzione di un post-core-metal senza compromessi, tirato e forsennato. Nei nove brani di questo lavoro centrifugano tutti i generi estremi degli ultimi trent’anni sorti dal post-punk. L’attacco iniziale di “Option” evoca il post-core dei marchigiani Gerda, mentre in “Holidays” spiazzano l’ascoltatore con i coretti pop che sembrano voler contraddire il crossover metal-math-core di una ventina di anni fa che caratterizza anche “My ling” nella quale si scorgono i fantasmi dei rinati Faith No More. Se con “Hair” si impongono ancora con il post-core, in “Moustacher” il punk si trasforma in uno scream-hc vorticoso e la travolgente che termina con una coda ballad alla Neurosis. La title-track rallenta inizialmente il ritmo, per poi assaltare l’ascoltatore con un grunge che evoca gli Alice In Chains. Insomma si tratta di un disco da prendere in considerazione non solo per la bellezza dei suoi brani, ma anche perché nonostante la durata (trentaquattro minuti) è un compendio dell’eredità del punk e di certo hard rock e delle loro evoluzioni degli ultimi tre decenni.
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autore: Vittorio Lannutti