Perchè mai i Trail Of Dead dovrebbero mettere la parola fine alla loro storia quando altri nomi altisonanti della nostra adolescenza continuano in inutili operazioni nostalgia?
La band degli intercambiabili Keely e Reece arriva al nono album in forma smagliante più che mai, e se già per il penultimo Lost Song recensito su queste pagine sul finire del 2012 abbiam speso parole di elogio e commenti entusiastici, cosa potremmo dire di IX?
I Trail Of Dead non sono mai stati la band preferita di nessuno e nella loro carriera ci son stati anche momenti bassi ma il loro pregio consiste nel fatto che quelli alti son stati davvero altissimi e memorabili.
E in IX ce ne sono tanti, dall’apertura ‘pure emo’ di The Doomsday Book alla definitivamente epica Million Random Digits dalle chitarre oscure e deraglianti, alla malinconica – ma sempre energica – Lie Without A Liar a Bus Lines, ovvero l’alternative dei ’90 diventato ormai adulto per parlare ancora dell’alternative dei ’90.
Certamente le ambizioni art-rock che han portato i Trail Of Dead ad un declino di consensi ancora ci sono, come nel tripudio di piano e archi di Like Summer Tempests… ma il tutto è talmente ben orchestrato e calibrato che se si deve parlare di album della maturità per la band texana, va bene farlo per IX.
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autore: A. Giulio Magliulo