Cooperative e Whichita hanno scelto di puntare su un duo di Los Angeles composto da due ragazzine, Cleo Tucker (Chitarra) e Harmony Tividad (Basso), per questo “Before The World Was Big”, album di debutto delle Girlpool.
Caratteristica specifica del disco è l’assenza di batteria, ma possiamo dire di qualunque effetto riempitivo al di là del puro suono di un basso, e di una chitarra elettrica sempre arpeggiata, a volte percuotendo costantemente la stessa singola nota o lo stesso gruppo esiguo di note.
Quello che ne viene fuori è un punk minimalista, che ricorda tanto Billy Bragg e i suoi esperimenti alla sola chitarra elettrica, quanto in alcuni momenti le armonie inquietanti dei Velvet Underground (Crowded Stranger ne è un esempio).
E’ certamente un approccio minimalista, che punta a una composizione urgente, non conformista, come ha scritto The Independent. Gli effetti migliori di questo sound sono quando le note sono veramente poche, e le due voci cantano all’unisono, come nella title track, o quando l’introduzione del basso acustico e della chitarra acustica le trasforma vagamente in folk, come in Chinatown, o come nel primo singolo Ideal World.
Cleo e Harmony sembrano voler usare queste scelte strumentali così radicali per accentuare il valore potente e intimista dei loro testi, che cercano di esplorare i temi della crescita, dell’amicizia, e dell’interazione fra identità e ambiente circostante.
La scelta è coraggiosa, tuttavia spesso diventa difficile non sfiorare la noia, come in Dear Nora, o in Emily, Pretty o I Like that You Can See It. Altre volte, certo, si sfiora il capolavoro intimista, come in Cherry Picking, ma il punto è che quest’album sembra fatto per un ascolto veloce, magari distratto, in cui fa piacere avere in sottofondo suoni non troppo sviluppati.
Le due ragazze hanno avuto davvero il coraggio di rischiare, e brava anche la Cooperative a promuoverle, visto che effettivamente il disco è tutto il contrario di un lavoro commerciale, e l’originalità è davvero tanta. Ma probabilmente sarà difficile bissare con questo lavoro di circa 30 minuti totali il successo che a suo tempo del tutto sorprendentemente colse i Kings of Convenience.
Le Girlpool, poi, hanno compiuto una scelta ancora più radicale, quasi di isolamento musicale. Dal quale però, c’è ancora tanto margine per poter crescere.
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autore: Francesco Postiglione