Nati come buskers in Irlanda, i torinesei Med in Itali con questo lavoro fanno il salto: dagli Ep pubblicati fino adesso a un lavoro esteso. Il disco risente in buona parte del loro passato di indie-folkers zingari, tuttavia nel sound è stata inserita una notevole componente jazz grazie alle collaborazioni di due jazzisti di fama nazionale: Matteo Negrin alla chitarra e Luca Begonia al flicorno e tromba.
Questi innesti sono sicuramente il valore aggiunto del gruppo che per l’occasione ha scelto come co-produttore Josh Sanfelici che ha suonato con Mau Mau e Roy Paci.
I testi ruotano soprattutto attorno alla denuncia dei vari mali che attanagliano sia il nostro Paese che il mondo; a partire dalla title-track che vira verso l’ecologia oppure come l’emblematica “Muscista precario”, che parla in realtà della grande massa crescente di precari presenti in questo scalcinato Paese.
Un altro elemento che il quartetto piemontese ha introdotto in questo lavoro sono le sonorità latine, per la precisione il tango che viene utilizzato sia in “rabbia” che in “Piante grasse”, seppure riadattato e miscelato con altre sonorità. Nel complesso un disco piacevole e ben suonato.