Sarà ancora un cuore ribelle, sicuramente una fata che si è fatta da sé, indiscutibilmente divina self manager (non può essere altrimenti) o magari una icona che ha fatto patti con qualche diavolo di turno, fatto sta che Lady Ciccone in arte Madonna riesce sempre – ad ogni nuova uscita discografica – a far riecheggiare il suo ego in ogni angolo del globo.
Con Rebel Heart, l’imperatrice del pop torna a fare (crede) più che la signora, la “ragazzaccia” provocatrice come lo era negli esordi, tredici brani – commerciabilissimi – che giocano tra il sacro e profano, dunque un album che si volta indietro, che va a ritroso – tra “marachelle” e clamori sbiaditi – a ricercare i fasti del tempo che fu, riprendendo slogans, lampi, invettive e bla bla consunti da sembrare un negozietto da rigattiere dove si mettono in mostra vecchie cianfrusaglie abbaglianti.
Oddio, per essere il tredicesimo disco in studio significa che lo spirito dell’artista americana ancora attecchisce tra la massa permettendogli il tutto, ma se si va a soppesare al netto di ascolto questo Cuore Ribelle la delusione è mastodontica, niente che possa smuovere il benché minimo interesse. Un registrato di ballate, indici puntati, libertà posticce e qualche comparsata (anche discutibile) come la produzione di Avicii su Devil pray, Mike Tyson e Chance the Rapper che mettono voce dentro Iconic o Nicki Minaj in Bitch, I’m Madonna; è una provocazione questa di Madonna che non fa più stupore, un gossip senza fine che mischia azzardo, sfrontatezza e vuoto in una “confezione” sempre ben presentata fuori e finisce lì.
C’è anche Kanye West netta traccia numero quattro Illuminati, poi uno sguardo annoiato sul mondo intorno Ghosttown e in seguito parlando d’amore Living for love, ed ecco che il capolavoro tanto strombazzato rimane un “floscio” bluff, un tiro mancino che solo una ex Material Girl, Veronica Luise Ciccone poteva organizzare, ma lei non lo sa o almeno fa finta di non sapere che certe “Madonne” non fanno più miracoli!
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autore: Max Sannella