Se amate l’elettronica, sapete che i Röyksopp sono praticamente una garanzia. E il loro ultimo disco, “The inevitable end”, quinto album in studio, non fa eccezione. Tra parentesi, sembra proprio che questo sarà davvero il loro ultimo album in senso stretto, in quanto il duo norvegese ha dichiarato recentemente che in futuro continuerà a fare musica ma non utilizzerà più il tradizionale disco come formato. Chissà se lo hanno chiamato “the inevitabile end”, quindi “l’inevitabile fine” proprio per questo motivo. Ad ogni modo, la premiata ditta Svein Berge&Torbjorn Brundtland confeziona un’altra piccola chicca synth-pop, dove come al solito nulla appare fuori posto. Il disco si apre con le atmosfere un po’ torbide di “Skulls”, per proseguire col ritmo penetrante e incalzante di “Monument”, a cui presta la voce la cantante Robyn, già fedele collaboratrice del gruppo, quindi si prosegue in maniera più chillout con “Here she comes again” e le atmosfere decisamente più dolci di “Save Me” e “Compulsion”, dove un sensuale languore di sottofondo la fa da padrone. Anche al livello tecnico, nulla da eccepire, i Royksopp rimangono sempre fedeli alla propria linea, che è fatta di standard molto alti. In realtà, i fan affezionati ai primi lavori del gruppo pare non abbiano troppo gradito “The inevitable end” ma c’è da considerare che sono passati oltre dieci anni e le cose, giustamente, cambiano e soprattutto, la voglia di sperimentare spesso ti porta lontano dal punto dove avevi iniziato ma non per questo si tratta di un disco poco riuscito, come già detto. Ora non resta che aspettare il futuro e vedere le novità che ci proporrà il gruppo, soprattutto per quanto concerne il “supporto” dei loro prossimi lavori.
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autore: Veronica S. Valli