Peccato che non siano nati prima, che so al centro dei 60’s , allora si che la loro fantasia alcaloide sarebbe stata apprezzata appieno. Gli inglesi di Bristol, gli Schnauser – al comando di Alan Strawbridge – sono di nuovo in giro con una nuova “formula psichedelica” chiamata Proteine for everyone, sette tracce immolate a favore di una lisergia garbata che zigzaga tra evoluzioni di stampo Elephant 6, Kevin Ayers, un disco e una piccola lezione stroboscopica che fa eleggere questa formazione a piccolo baluardo new-beatnik del nuovo millennio.
Tutto in questo disco è una forma libera e mid-spensierata, un flirt immaginario frikkettone dal quale, ancora, se ne sente l’aroma colorato, un compendio di chitarre ora rilassate (Split) ora grintose (National grid), e tutt’intorno il suono di un organo in Leslie che vibra giocoso e pieno di ricordi progressive (Grey or blue) (Disposable outcomes), mentre quando arriva il taglio trasversale di un’attitudine scintillantemente acid-folk (Buon Natale) – che non è altro un brano cantato in italiano – il disco esalta ancor più i suoni, tanto da mettersi in credito con lontani Xtc.
Gioiellino non trascurabile questi degli inglesi, un modo – mai come un altro – per “riassettare memorie e mire future”, una modularità d’ascolto che è un grazioso piacere da riportare a galla in momenti out.
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autore: Max Sannella