“Il mio cuore è più stanco della mia voce” di Oriana Fallaci (postumo)
Casa editrice: Rizzoli
N. Pagine: 205
Anno pubblicazione: 2013
Prezzo: € 15,00
A diversi anni dalla sua morte, Oriana Fallaci fa ancora parlare di sé o meglio, fa ancora leggere di sé e lo fa con la passione che l’ha sempre contraddistinta. Questo non è un romanzo né una delle sue celebri interviste. Si tratta, piuttosto, di una raccolta di testi letti in occasione di numerose conferenze tenute in varie università negli Stati Uniti e in America Latina tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Nonostante all’epoca fosse divenuta ormai un vero e proprio emblema nel panorama culturale internazionale (unica giornalista italiana inviata come corrispondente di guerra in Vietnam; intervistatrice dei più influenti uomini di potere, tanto meticolosa quanto spietatamente schietta; scrittrice di successo), Oriana Fallaci non impostava mai i suoi interventi come lezioni, bensì amava parlare alla platea con la stessa proverbiale franchezza che l’aveva resa famosa. I suoi discorsi erano appassionati, diretti, talvolta duri, ma avevano sempre un’unica finalità: indurre a riflettere.
Gli interventi racchiusi in questo volume vertono sulla figura del giornalista, sulla politica e sulla libertà, tre tematiche che le stavano particolarmente a cuore e che considerava strettamente correlate. Sono toccanti i passaggi in cui parla di Alekos Panagulis – rivoluzionario greco, condannato a morte dal regime dei colonnelli nel 1968 e infine scarcerato per effetto di un’amnistia proclamata da Papadopulos, dopo cinque anni di isolamento e torture nel carcere di Boiati – divenuto il suo compagno dopo averlo intervistato. Sono riportate anche delle poesie scritte in carcere da Panagulis che, privato persino di carta e penna, aveva utilizzato il suo stesso sangue per scrivere su pezzi di garza, gli stessi che coprivano le sue ferite. Non si tratta, insomma, di una lettura semplice, ma è senz’altro consigliata a tutti coloro che hanno amato il genio di Oriana Fallaci.
Nonostante si tratti di testi tradotti (i discorsi, infatti, furono tenuti in lingua inglese), sembra quasi di sentirla parlare, con la forza e la determinatezza che l’hanno caratterizzata fino alla fine. Un consiglio: questo libro è maggiormente indicato a chi ha già letto qualcosa della stessa autrice, soprattutto “Un uomo” (1979), lo splendido romanzo incentrato sulla vita di Alekos Panagulis, “un uomo pieno di uomini”.
autore: Flavia Vitale