Un giorno le macchine suoneranno per noi…non ci sarà più bisogno del grande artista che in presa agli stati d’animo cercherà la melodia e il ritornello più uguale degli altri e soprattutto, come faranno i virtuosi dello strumento a misurarsi con delle macchine vere e proprie?
I Kraftwerk cantavano ‘The Robots’, poi sono diventati loro stessi prima manichini poi robots veri e propri. I Daft Punk, non curanti del quartetto di Dusseldorf e facendo leva sulla poca memoria del pubblico, hanno rilanciato e anche loro si sono messi a dire in giro che sono dei robots, un pò simili a quelli di “Battlestar Galactica”. Ultimamente Squarepusher pure si è dimostrato appassionato di robotica e si è consorziato con una band composta esclusivamente da automi giapponesi, la Z-Machines…
Sicuramente qualcos’altro sfugge…ma intanto ecco da Berlino Kolja Kugler, attivo dagli anni novanta già con i performer punk-anarchici Mutoid Waste Company, collettivo fondato da Joe Rush che trasforma rottami in sculture creative.
Kugler, recuperando parti di vecchie automobili e materiali metallici riciclati, ha già da qualche tempo messo su una nuova band costituita da soli cyborg a comando pneumatico, la One Love Machine Band.
Il gruppo è composto dal percussionista Boom Tschak, il bassista Afreakin Bassplayer, il performer Sir Elton Junk e dai Flute Flock appollaiati da qualche parte nella loro intelaiatura fatta di sterzi Mercedes e latta…
Tantissime altre e altrettanto sorprendenti, sono le magie robotiche create dall’artista berlinese Kugler…frattanto caro musicista…cervello positronico oppure no, per non darti un nuovo dispiacere…è meglio se cominciamo ad adattare anche alla musica le tre leggi della robotica…
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Die Roboterband – Eine Performance von Kolja Kuglers Maschinen
The One Love Machine Band @ Roma 2014