In un’intervista ad un giornale italiano Nick Cave una volta spiegò bene in poche parole il seguente concetto, sfatando un po’ dell’immagine maudit che abitualmente lo circonda nell’immaginario collettivo: “se sto soffrendo davvero io non mi metto mica a scrivere canzoni… sono troppo impegnato a soffrire!”; e questo punto di vista lo si può abbinare bene alla storia umana ed artistica di Edda.
Il suo ritorno alla musica dopo 12 anni d’assenza nei quali l’ex cantante dei Ritmo Tribale ha dovuto affrontare i propri demoni è stato un dono prima di tutto per i molti che non si erano dimenticati di lui; una storia a lieto fine, in cui come lascia intendere Nick Cave non è però la musica che salva l’anima perché questa cosa tocca a te farla, mentre la musica deve aspettare i suoi tempi, e la puoi fare ed ha senso farla se stai bene.
Oggi Edda pubblica un terzo disco solista che segna un ulteriore elettrificazione ed irrobustimento dei suoni e dei ritmi superando definitivamente le debolezze musicali dei comunque validi e sinceri Semper Biot del 2009 ed Odio i Vivi del 2012, e soprattutto mostra un’accresciuta sicurezza nei propri mezzi del cantautore milanese che tanto ha dato negli anni 90 all’edificazione stessa della scena indipendente italiana – oltre all’originalità della scrittura ed alla straordinaria voce, Edda aveva negli anni 90 un modo teatrale e aggressivo di stare sul palco da cui molti hanno poi attinto, raccogliendo però di più in termini di successo – recuperando anche buona parte della freschezza vocale di un tempo, con però una sottile vena di amarezza nella voce che solo di tanto in tanto fa capolino conferendo ancor più emozione e significato alle nuove canzoni.
Edda continua anche in Stavolta come mi Ammazzerai? ad usare la musica per parlare a sè stesso e provare a fare più chiarezza nella propria vita senza lasciarsi condizionare dalla nuova crescente attenzione intorno a lui, senza cioè mediare alcunchè. Quando Edda è volgare o parla di cose generalmente sconvenienti non è furbo, provocatorio o gretto ma semplicemente sta esorcizzando cose viste e sentite in una realtà troppo spesso brutta, tra l’altro con una disarmante innocenza che è nel suo stile e nella sua personalità: difficile dimenticare quando riapparve dal nulla dopo 12 anni, in televisione, lasciandoci a bocca aperta, mettendosi subito a nudo, parlando dell’eroina, della comunità di recupero, della scelta hare krishna, del suo nuovo lavoro da manovale http://www.youtube.com/watch?v=cmcHqh-1kis .
Basso batteria chitarra e voce con qualche rifinitura di tastiere, vibrafono e sax, tutto molto diretto e sputato via, tutto molto chiaro, suoni saturi e pulsanti, con un singolo intitolato ‘Pater’ di buona presa e la foto di lui da bambino e della sua mamma in copertina, e poi un problematico e trascinato rapporto familiare che emerge anche in ‘Mater‘ e ‘Peppa Pig‘, il rifiuto di responsabilità troppo grosse da reggere e la paura di essere inadeguati, l’amore e le incomprensioni irrisolvibili tra due innamorati nella bellissima ‘Tu e le Rose‘, ‘Ragazza Meridionale‘, ‘Bellissima‘ ed un brano morbido in chiusura, intitolato ‘Sai Bene‘, di gran classe, altre facce del rancore incontenibile per la donna in ‘Yamamay‘, ‘Ragazza Porno‘ e ‘Puttana da 1€‘; e la determinazione a non cedere alla banalità della violenza ma al contempo l’esigenza di liberarsi da ogni catena, amore incluso, in ‘Mademoiselle‘.
Stavolta come mi Ammazzerai? è un lavoro diffficilmente attaccabile, destinato a divenire un disco di culto, in cui Edda porta a compimento una rinascita artistica ed umana, sperando per lui che sia davvero così.
http://edda.net/
https://www.facebook.com/stefanoeddarampoldi
autore: Fausto Turi