Questo esordio, Può capitare a chiunque ciò che può capitare a chiunque, dè Il Rondine, aka del cantautore romano Claudio Rossetti, può produrre alcuni, immediati, effetti collaterali. Può indurvi ad innamorarvene a stampo oppure lo stesso. Undici tracce che producono una attività d’ascolto varia e plasmata su pop, rock, ironie, chiassatine punkyes e scandagli sulle stanze di vita quotidiana che ci si aprono intorno, tracce che nella loro nuda semplicità nascondono piccole gemme melodiche da non prendere sotto gamba.
L’artista – nella sua sbilenca modalità di raccontare storie e respiri – crea suggestioni, sogni e deliri da seguire con un’inevitabile pizzico di follia urbana, segno caratterizzante della nuova leva cantautorale che preferisce dettagli e angoli di vita da prendere in mano piuttosto che instaurare quadrati rapporti prosaici con la solennità di essa, una forma poetica “a testa in giù” che riempie la scena dell’ascolto di verve, confidenze, estetiche solitarie e fantasie disilluse. Ma anche disco di riflessioni, profondità e specchi rifrangenti, tracce che – nel loro piccolo miracolo autorale – danno leggeri fili da torcere al cervello e ai suoi pensieri fitti.
Col “tempo” come tema lineare, il disco – tra pulviscoli De Andrèani (Mi fido più di me, La fine di uno scarafaggio, In tempo), spiritelli di Gazzè (La naturale capacità), magari un Silvestri campagnolo (Oggi non è un buongiorno), viaggia di suo in una maniera incredibile, una straripante volontà di “esserci” oltre le casse che si fa immediatamente “adottare” da orecchie e cuore. Ma è con i dueminutiequindicisecondi della spennata elettrica che carica Morto che “l’adozione” si tramuta in coccolone d’amore vero e proprio.
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autore: Max Sannella