In un progressive evolversi di personalità e capacità d’intrattenimento Jack Cooper (Mazes) e James Hoare (Veronica Falls) si danno da fare per farsi conoscere al di fuori delle mura di casa, e lo fanno oltre che un nome Ultimate Painting, con un bel debutto progettuale, un disco omonimo in cui il duo americano gioca con un indie –pop dalle molteplici colorazioni vintage, quei suoni Flower Power 60s/70s – tra tutti Ten street – che si vogliono rinnovare da certe movenze alla Simon & Garfunkel Riverside, la titletrack, fino alle acidità vellutate di altrettanti Velvet Underground Can’t you see?, Rolling in the deep end, e tutto con la condivisione e il sorriso sulle labbra dei bei primi passi musicali
Naturalmente una sfilza di brani integrati in un tessuto fortemente narrativo, proprio come ai tempi di collocazione stilistica in cui il duo “ambienta” il disco, tracce al Vetiver e da canne consumate in compagnia, piccole e dolciastre ballate che accompagnano l’ascoltatore in una linfa musicale briosa e mitigata, piaceri a stampo che si inchiodano subito nella testa. La bellezza frikkettona di Central Park blues o gli alcaloidi lisergici che languiscono dentro She’s bomb sono i due esempi primari di come un disco – con le poche e semplici cose che mette a disposizione – riesca a farsi piacere a “botta” anche dai più ostici orecchi viziati.
Della serie: buona la prima!
http://ultimatepainting.tumblr.com/
http://troubleinmindrecs.com/bands/ultimatepainting.html
autore: Max Sannella