Scott Cooper aveva sorpreso tutti con il suo film d’esordio Crazy Heart nel quale raccontava il sofferto percorso di redenzione di un cantante country (Jeff Bridges) ormai in disarmo. Il fuoco della vendetta – Out Of The Furnace è la sua seconda regia ed è anch’esso un film impegnativo e sofferto.
La storia è quella di Russel Baze (Christian Bale) un uomo semplice che vive in una piccola cittadina della Pennsylvania, provincia estrema di un’America piena di ombre. Russel lavora in un altoforno, sperando un giorno di poter mettere su famiglia con la compagna (Zoe Saldana). E’ un uomo affidabile in tutto e per tutto, con un forte senso della famiglia, purtroppo la sua vita corre lungo il filo di un equilibrio precario per suo padre che sta morendo, per il fratello minore Rodney (Casey Affleck) disperato reduce dall’Iraq che non riesce a trovare un lavoro e non fa che accumulare debiti e cattive amicizie. Due fratelli diversi come il giorno e la notte, ma accomunati da uno stesso tragico destino. Tutto comincia a precipita per una fatalità. Cinque anni più tardi, ritroviamo Russel appena uscito di galera, intenzionato a recuperare la vita che aveva lasciato. Ma le cose, inevitabilmente, non sono più le stesse, perché il padre è morto, la compagna lo ha lasciato e soprattutto Rodney è stato tragicamente risucchiato dalle sue pulsioni autodistruttive.
Il fuoco della vendetta – Out Of The Furnace è un noir-dramma che racconta una storia dura di crisi e delusioni, di voglia di fuga e di rassegnazione in un’America dei vinti, messa in ginocchio dalla crisi economica e sull’orlo di un collasso al contempo sociale ed etico come già fatto tante volte in questi ultimi anni dal cinema indie. Pur trascinandosi dietro alcuni evidenti limiti come il ritmo eccessivamente lento, la prevedibilità sia visiva che narrativa e la palese citazione de Il cacciatore di Michael Cimino nella sequenza della caccia nel bosco, la pellicola possiede una sua autenticità, oltre ad essere nobilitata dalla bravura degli interpreti, e soprattutto da una fotografia unta e sporca.
Non c’è nulla di realmente sorprendente, ma alle volte bisogna saper guardare oltre è riconoscere che Cooper in questo film ha comunque messo tantissima passione.
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autore: Alfredo Amodeo