Entrare nel mondo di Tune-Yard è come entrare in una dimensione cubista, coloratissima e soggetta a leggi fisiche diverse dalle nostre.
Questa prassi però non è del tutto nuova, o meglio, gli elementi che utilizza Merrill Garbus, sebbene formalmente ascrivibili ad un’estetica assolutamente figlia del nostro tempo non sono poi così diversi dalle intuizioni sonore sperimentali di personaggi quali David Byrne o Laurie Anderson.
Un approccio poliritmico è il primo ingrediente che determina quella sensazione di tribalismo invero molto studiato ed anche le voci stesse che si rincorrono in una sorta di scioglilingua ci scagliano in una impossibile geografia afro-asiatico-caraibica salvo poi ritrovarsi addirittura a poter canticchiare il ritornello di Time Of Dark, selvatico soul del futuro.
Suonava pur sempre l’ukulele Merrill nelle Sister Suv.
Ci si avvicina poi tranquillamente all’hip-hop in Real Thing e all’errebì alternativo in Look Around ma a qualunque lido ci si approcci, c’è sempre di fondo l’intenzione di scardinare la quiete del pop conformista a favore di un atteggiamento liberal, radical ed alternativo che se in molti casi è geniale, innovativo ed al passo con i tempi, spesso determina anche una difficoltà a lasciarsi andare a questi patchwork così ricchi ma sfuggenti. Il troppo che può annoiare insomma. E poi ascoltando la traccia dal nome Sink-O non si può non constatare che una volta alla 4AD non interessava di certo questa peace and love liofilizzata.
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autore: A.Giulio Magliulo