“Quando la notte” di Cristina Comencini
Casa editrice: Feltrinelli
Anno pubblicazione: 2009
N. pagine: 203
Prezzo: € 16,00
Cos’hanno in comune Marina e Manfred? Apparentemente nulla. Marina è “una donna di città”, con le sue ansie, le sue insicurezze; Manfred è “un uomo di montagna”, schivo, burbero, solitario. Li unisce solo una cosa, probabilmente molto più importante di altre: il bisogno di celare agli altri il loro lato più fragile.
Marina si sforza di apparire sicura di sé, soprattutto nella gestione di suo figlio Marco, di soli due anni, e poco importa se dentro è tormentata da dubbi e da mille paure che non la fanno sentire all’altezza del suo ruolo di madre. Manfred preferisce mostrarsi rozzo e distaccato pur di non mettere a nudo la propria anima segnata da due abbandoni: prima quello della madre, quando lui era ancora un bambino, poi quello della moglie, che – stanca delle asperità della vita in montagna – ha scelto di andare via, portando con sé anche i loro figli. Marina incontra Manfred proprio in montagna. E’ lui che le dà in affitto un piccolo appartamento al piano di sopra della villetta in cui vive.
E’ la prima volta che Marina si allontana da sola con Marco e vive la vacanza in montagna come una sorta di iniziazione. Lì, infatti, dovrà cavarsela da sola con il bambino, senza l’ingerenza della madre, i consigli della sorella o lo sguardo del marito. Da subito si scontra con molte difficoltà, ma una sera Marco è più agitato del solito e non vuole saperne di addormentarsi. Gira per la casa e si arrampica pericolosamente per raggiungere delle bottiglie poggiate su una mensola, finendo per tirarsele addosso. Il bambino cade e Marina è incapace di soccorrerlo. Si lascia prendere dal panico e finisce per peggiorare la situazione. Ora Marco è seriamente ferito e lei resta a guardarlo inerme, nascosta in un angolo. E’ in quel momento che interviene Manfred, allarmato prima dal forte trambusto, poi dal silenzio improvviso. Grazie a lui il bambino si salva, ma Marina no.
Manfred ha intuito il suo segreto, ha colto le sue paure e decide di andare fino in fondo. Vuole sapere cosa la agita, vuole scandagliarle l’anima. Marina lo intuisce subito e cerca di difendersi da quest’uomo che comincia a detestare fortemente, ma dal quale si sente anche profondamente attratta. Comincia, così, uno strano gioco fra i due: si sfuggono, ma continuano sente anche profondamente attratta. Comincia, così, uno strano gioco fra i due: si sfuggono, ma continuano a cercarsi, si detestano, ma non possono fare a meno l’uno dell’altra. La svolta arriva una notte, quando Manfred ha un incidente e viene soccorso proprio grazie all’intervento di Marina. E’ in questo momento che potrebbero finalmente darsi una tregua, ma proprio quando tutto lascia presagire un avvicinamento, per Marina termina la vacanza e per Manfred ricompare la moglie, che torna a vivere con lui.
Passano quindici anni e Marina decide di andare di nuovo in vacanza nella stessa località di montagna. Questa volta non ha nulla da dimostrare a nessuno, è una donna più matura e più forte, tanto che ammette con se stessa che ad attirarla lì è soprattutto la voglia di rivedere Manfred, che non l’ha mai dimenticata. Tra mille avversità, i due si incontrano. Si concedono un’unica, intensa notte di passione, poi Marina riparte.
Ognuno torna al proprio posto, alla propria vita. Non si rivedranno più, forse. Questo è un libro breve, ma molto intenso, viene quasi il fiatone ad inseguirne le vicende descritte in modo così concentrato ed efficace.
La costruzione dei personaggi è ben equilibrata e la narrazione è sapientemente suddivisa tra i due protagonisti, tanto che, leggendo, si intuisce il punto di vista di entrambi contemporaneamente. E’ una bella prova di scrittura, soprattutto perché il finale è troncato in maniera quasi violenta e non lascia spazio alla scontatezza della favola. D’altronde, come ha detto qualcuno, “e vissero felici e contenti non significa certo che l’abbiano fatto insieme”.
http://www.cristinacomencini.it/
autore: Flavia Vitale