Julia Brightly, artista e apprezzata tecnico del suono, è scomparsa lo scorso 3 maggio in seguito a un male improvviso. In suo onore stasera il Koko ha organizzato una serata speciale, con amici e band che hanno lavorato con lei. L’incasso della serata sarà devoluto all’associazione no-profit “Gendered Intelligence”, perché Julia così avrebbe voluto.
Il Dj set di Andy Hung e Ben Power (Fuck Buttons) riscalda l’ambiente, ma è con il live dei Twilight Sad che la serata entra veramente nel vivo. Il loro set è breve ma incredibilmente intenso. Il cantante James Graham ha una presenza scenica catalizzante (forse è una mia impressione, ma il suo fortissimo accento scozzese sembra meno accentuato del solito), e il sound della band è potentissimo. Drammatici, cupi, con una vena melodica pronunciata, nonostante il poderoso wall of sound. Molto bravi.
Ad accompagnare il cambio palco ci pensa il divertente dj set di Daveid Phillips del Koko, alternando sperimentazioni contemporanee e classici new wave.
Alle nove e quarantacinque è il momento dei Mogwai, protagonisti di un concerto da pelle d’oca. Sono passati tredici anni dall’ultima volta che ho avuto modo di vederli in un club e non durante un festival, e la sensazione è ancora una volta che sia questa la loro dimensione ideale: tra le quattro mura di un locale, a stretto contatto col pubblico, sul quale riversare una colata lavica di chitarre dai volumi folli, capaci di mandarti in frantumi le orecchie (soprattutto se, come il sottoscritto, decidi di metterti proprio sotto l’impianto) e di scavarti nello stomaco con le frequenze più basse.
La scaletta è da incorniciare: un viaggio che passa dall’incedere epico del piano di “Friend of the night” agli arpeggi delicati che si trasformano in apocalissi di “Christmas Steps” (impreziosita dallo splendido violino del “mogwai aggiunto” Luke Sutherland), dalla struttura circolare dell’ipnotica “Rano Pano” alla malinconia che si fa rumore devastante di “New Paths to Helicon, Pt. 1“, per concludersi con la violenza sonora di “Batcat“.
“Una serata speciale”, come dichiara, commosso e felice, il leader della band Stuart Braithwaite in uno dei rari interventi al microfono. Coronata da un concerto assolutamente speciale, concorderanno tutti i presenti.
autore: Daniele Lama