Tornano in pista i Cardosanto e si ripresentano dopo circa dodici anni di interruzione con la ristampa dell’unico Lp pubblicato. Era il 2000 e grazie a Pneuma il trio ligure ottenne la stima della stampa specializzata condividendo il palco con artisti imprtanti come Zu e Motorpsycho.
Le basi di partenza dei savonesi è un’intrigante miscela di suoni figlie del noise-math da un lato e del jazz più sperimentale e sfrontato dall’altro. Tanto per intenderci il sound deve ai Don Caballero quanto al free jazz o alle ambientazioni prog sia zappiana memoria che dei King Crimson.
I Cardosanto sono in grado di accelerare, lasciarsi andar a svisate ma allo stesso tempo di schematizzare e spezzettare il suono. Tra circolarità, martellamenti, fraseggi e accelerazioni jazz-core “Pneuma” è una continua fonte di conoscenza di come la mente umana, se unita ad altre, si possa lasciare andare a vari tipi di impulsi sonori, senza una guida.
Il trio, infatti, in questo lavoro preferiva non contenersi, ma lasciarsi andare. L’approccio è di totale improvvisazione, in modo che il sound fosse in grado di prendere varie pieghe, anche all’interno dello stesso brano.
Raramente una traccia segue una linea o tende alla dialettica, evidentemente in studio il trio decise sempre di prendere una strada che non si sapeva dove li avrebbe portati. È questo approccio che affascina e che rende più che mai attuale questo lavoro, perché è stato ristampato in una fase di incertezze e precarietà di vita, a causa delle quali sappiamo da dove veniamo, ma non dove siamo diretti. Se si è in grado di cogliere questo aspetto del disco, si comprenderà il senso di questi foschi anni.
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autore: Vittorio Lannutti