Sembrano venir fuori dalla collezione di vinili dello zio e invece i Teleman sono appena al loro album di debutto, dopo essersi guadagnati il rispetto della Alt-pop nation. Prodotto da Bernard Butler, ex chitarrista dei Suede, e rilasciato dalla Moshi Moshi Records, “Breakfast” così come una colazione all’inglese stupisce con i diversi sapori e con la sua capacità di evocare immagini immediate nella mente. Ascoltando “Cristina” la prima traccia, è automatico immaginare le scene cantate da Thomas Senders che spiega “Amo le immagini forti. Ascolti una parola e nel momento in cui viene pronunciata riesci a vedere l’immagine davanti ai tuoi occhi“.
Il bassista Peter Cattermoul viene fuori con tutta la sua personalità nel secondo brano “In Your Fur” che sfocia in un finale psichedelico e si collega perfettamente con “Stream Train Girl” caratterizzata da una base ipnotica e contaminazioni electro.
Lo stampo Brit è inconfondibile in pezzi quali “Mainline” e “23 Floors Up“, che catapultano l’ascoltatore indietro nel tempo. “Skeleton Dance” si candida tra le migliori tracce dell’album grazie al suo riff e al ritornello coinvolgente, con “Lady Low” invece si cambia umore per far spazio a melodie malinconiche, accompagnate dalle note romantiche di un sassofono; interessanti anche le sfumature folk in “Redhead Saturday“. La “colazione” sembra finire con “Travel Song” capace di mettere di buon umore sin dal primo ascolto, ma c’è spazio per una hidden track che rivela tutte le capacità dei Teleman e ingolosiscono gli ascoltatori, con “Not In Control” infatti viene fatto spazio alla musica e la traccia vocale fa da accompagnamento ad un groove inaspettatamente cattivo.
autore: Paolo Frolli
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Teleman – ’23 Floors Up’
Teleman – ‘Cristina’