Dice – tra se e se – che il matrimonio è come un toccasana dolorante, un mezzo astruso di commiserare e osannare l’amore insieme e che se dura a lungo il fascino del suo patteggio finisce con il diluirsi nel nulla. Il cantautore americano Joe Henry dedica questo suo nuovo lavoro “Invisible Hour” al matrimonio e lo fa con ballate, spicchi d’ombra e una serie infinita di disillusioni scottanti personali che spalma nelle undici tracce che strutturano il tutto.
Registrato a Pasadena in men che quattro giornate, il disco stringe ballate e momenti sospesi che sembrano appositamente scritte per una colonna sonora notturna, il cantautore seleziona e raccoglie intimità country e sapori desertici che approdano ad un ascolto solitario e perso in una virtuale suggestione di tristezza nonostante infinitesimali e unici sprazzi ottimistici in Every sorrow, poi quello che prende l’anima è quella visionaria e isolazionista poetica in cui Henry si trova a suo agio sin dagli esordi e della quale ne attinge la maggior parte delle sue grafie sonore.
La seconda voce a macramè di Lisa Hannigan illumina di folk la bella Lead Me On, mentre un pianoforte ombroso e solingo ricama Sign, le spennate a cadenza sopra un sax crooner in Plainspeak e l’autenticità di un racconto perso in un alba del midwest con Slide, fanno ventosa tra un sentire pregno di emozioni ed una piccola opera che ci completa l’ambizione di stare sulla stessa lunghezza d’onda in cui Henry vola e atterra, vola e atterra, vola e atterra, vola e atterra, vola e atterra …
http://joehenrylovesyoumadly.com/
https://www.facebook.com/JoeHenryLovesYouMadly
autore: Max Sannella