E’ un continuo senso anti gravitazionale roteante quello che ti infonde all’orecchio questo Tidal Song degli Oceans On The Moon, duo dalla stima waveing ottimamente disturbata da infiltrazioni indie elettroniche tra Radiohead e Mogwai, un dinamismo cupo e malinconico che incalza memorie e affinità elettive con quegli ascolti d’angolo personalissimi, intimi e di dissonanza nebbiosa, ossessionatamente nebbiosa.
Sodalizio sonico ferreo questo del duo, lo si percepisce pienamente nella mancanza totale di incertezze e slegamenti dentro le traiettorie totali della tracklist, otto viaggetti non male attraverso atmosfere strumentali e non, ora cupe vampe Kali Yuga ora stratificazioni irraggiungibili Prometeus Failure, poi le sfumature Glasgowiane Nuvole e l’occhio semichiuso di Yorke Quick Love a fare da contraltare per un ascolto affinato, preso totalmente dentro un affascinante passo lunatico che lascia orme e nebulose dopo il suo torbido incedere stereo.
Se avete familiarità con la texiture sonora proposta dagli OOTM e con le combinazioni vincenti di un periodo che ha fatto del nerofumo il colore vivido della propria esistenzialità, sicuramente potreste perdervi tra le trame del tutto, altrimenti una occasione imperdibile per navigare in quelle melodie con la spina che vi apriranno – non proprio l’angolazione giusta e intera dell’immaginazione interiore – ma un bello spicchio di essa quello si.
Intenso!
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autore: Max Sannella